Eco Del Cinema

Amanda Lear

Biografia

Uno dei personaggi più eclettici e versatili del secolo scorso e del secolo attuale. Modella, cantante, attrice, scrittrice, pittrice e presentatrice televisiva: sono queste tutte le discipline che Amanda Lear ha saputo intraprendere con esuberante modernità, ironia, trasgressione e voglia di stupire, riuscendo a esercitare un fascino indiscusso su molteplici generazioni.
Giocando con la sua ambiguità, fascino e savoir faire è divenuta la musa di numerosi artisti in diversi campi come David Bowie e Salvator Dalì.

Amanda Lear, artista e musa dei nostri tempi

(Hon Kong, 18 Novembre 1939)

Amanda LearAmanda Lear nasce a Hong Kong il 18 novembre del 1939, il suo vero nome sarebbe Amanda Tapp, o secondo alcuni il corrispettivo maschile Alain Rene’ Tap. È francese ma naturalizzata italiana.

Inizia una carriera da modella all’inizio degli anni 60, con suo stesso stupore, convinta di non possedere connotati di bellezza femminile, ignara del fatto che il mondo della moda era incantato dalla personalizzazione androgina della donna.

Lavora come modella per Helmut Newton, Yves Saint Laurent, Coco Chanel e Mary Quant e in quegli anni conosce Salvator Dalì, geniale artista che la sceglie come sua personale musa, modella e forse amante.
Il pittore affermerà in seguito di aver fornito lui all’artista il denaro per il cambio di sesso a Casablanca.

Nel 1973 posa per la copertina dell’album dei Roxy Music: “For Your Pleasure”, grazie al quale cattura l’attenzione di David Bowie.
Bowie avrà un ruolo fondamentale nella scelta degli atteggiamenti ambigui come mezzo per attirare l’interesse del pubblico oltre a iniziarla alla carriera musicale.

Nel 1975, infatti, Amanda Lear pubblica i primi lavori come interprete di Disco Music ottenendo notevoli successi in Europa, ma anche Giappone, Sud America e molti altri paesi.
Nella sua carriera musicale pubblicherà 15 album di inediti, più di 50 singoli e venderà circa 15 milioni di copie di album nel mondo.

Il successo come personaggio televisivo

Amanda Lear scopre ben presto di avere un enorme appeal sul grande pubblico, soprattutto quello televisivo.
La sua verve è la capacità di entrare in contatto con gli spettatori in maniera spigliata, con una indiscutibile capacità alla battuta ironica, a volte trasgressiva, mai oltrepassando un certo gusto sobrio e non volgare.

Ha una enorme disinvoltura nell’apprendere le lingue straniere: fin dall’infanzia parla inglese e francese, e impara velocemente italiano, tedesco e spagnolo.
Il suo ruolo da cantante viene velocemente accompagnato e poi sostituito a ruoli da soubrette, presentatrice e conduttrice in molteplici programmi televisivi in vari paesi europei.
Contemporaneamente continua a dipingere, scrivere e intraprende una significativa se non ricchissima carriera di attrice.

Amanda Lear musa della settima arte

La carriera di Amanda Lear come attrice inizia tra il 1967 al 1970. Appare in alcuni film recitando piccole parti.

Esordisce nei panni di un’aliena nel film francese: “Ne jouez pas avec le Martiens” (1967) di Henri Lanoe, per poi recitare in “Wonderwall” (1968) di Joe Massot. Nel 1969 partecipa alla settima puntata del telefilm :” Der Kommissar”, e nel film sperimentale: “Double Pisces, Scorpio Rising” di Dick Fontaine.

Nel 1978 in “Zio Adolfo in arte Führer “, di Castellano e Pipolo è una cantante in audacissima mise blue che allieta le truppe in una mensa militare. Nello stesso anno è diretta da Joe D’Amato in ” Follie di Notte”.

Nel 1979 sposa Alain Philippe Malagnac d’Argens de Villele, diventando marchesa.

Negli anni 80 la sua carriera di cantante si dirige verso altri generi, abbandona la disco prediligendo rock e new wave.

Lavora come presentatrice TV in Italia sia per le emittenti pubbliche che private.

Nel 1984 pubblica la sua prima biografia ufficiale: “My life with Salvator Dalì”, approvata dallo stesso Dalì.

Nel 1987 appare in due popolari serie televisive francesi: “Marc e Sophie” e ” Maguy”.

Interpreta se stessa nella serie televisiva: “Piazza di Spagna” e recita nel film drammatico per la televisione:” Une Famme pour Moi”, diretto da Armand Selignac.

Nel 1998 di nuovo Joe D’Amato la chiama ad interpretare il ruolo di Gina in ” Bimboland”.

Continua a presentare molteplici programmi televisivi in numerosi paesi europei. A Dicembre del 2000 Amanda Lear perde suo marito Alain, vittima di un incendio nella loro casa in Provenza, distrutta dalle fiamme.

Continua a lavorare per la televisione, soprattutto italiana e nell’ottobre del 2008 nella soap italiana “Un posto al sole” interpreta il ruolo della morte.

Successivamente partecipa a tre episodi della sit-com “Sette vite” (2009), recita nella commedia francese “Le Dèfi”, sulla break-dance di Blanca Li, e nel drammatico:” Gigolò” (2005) di Bastian Schweitzer.

Nel 2004 viene chiamata a doppiare la fashion designer Edna Mode nel film d’animazione: “Gli Incredibili”, sia nella versione francese che in quella italiana.

Amanda Lear e il teatro

In seguito Amanda Lear reciterà quasi esclusivamente in opere teatrali con tournée in Francia, Belgio e Svizzera, ottenendo notevoli successi di pubblico e di critica. Dal 2009 al 2011 interpreta “Panique au Ministere”. Nel 2013 al Theatre des Varietes recita nella commedia brillante: “Divina”.

Da febbraio 2016 è protagonista dello spettacolo teatrale:” La Candidate”, seguito di “Panique au Ministere”.

Nel gennaio 2007 il Ministro della Cultura francese Renaud Donnedieu de Vabres le conferisce il titolo di Cavaliere dell’Ordre des Artes et des Lettres per il suo contributo all’arte.

Il 16 ottobre 2016 durante un intervista a “Domenica In” comunica il suo ritiro ufficiale dalle scene, in cuor nostro speriamo che presto si affacci qualcuno sulla ribalta che richieda il rientro sulla scena di Amanda Lear come musa da cui farsi inspirare ed alla quale inspirare nuove molteplici vie per fare Arte.

Marco Marchetti

Filmografia

Amanda Lear – Filmografia Cinema

Amanda Lear

  • Ne jouez pas avec les Martiens, regia di Henry Lanöe (1967)
  • Wonder wall – the movie, regia di Joe Massot (1968)
  • Fun and Games for Everyone, regia di Serge Bard (1968)
  • Double pisces, rising scorpion, regia di Norman Mailer (1970)
  • Follie di notte, regia di Joe D’Amato (1978)
  • Zio Adolfo in arte Führer, regia di Castellano e Pipolo (1978)
  • Grottenolm, regia di Rainer Kirkberg (1985)
  • Tendres Intrus, regia di Roman Baboeuf (1992)
  • Bimboland, regia di Ariel Zeitoun (1998)
  • Le Dèfi, regia di Blanca Li (2002)
  • Gala, regia di Silvia Munt (2003)
  • Gigolò, regia di Bastian Schweitzer (2005)
  • Starfuckers, regia di Julien War (2006)
  • Oliviero’s rising, regia di Niki Roseo (2007)
  • Les Chasseurs de Dragons, regia di Guillaume Ivernel e Arthur Qwak (2008)
  • Encore une nuit de merde dans cette ville pourrie, regia di Edouard Rose (2008)
  • 8th Wonderland, regia di Nicolas Alberny e Jean Mach (2009)
  • Bloody Flowers, regia di Richard J. Thompson (2009)
  • Lacoma, regia di Christopher Roth (2009)
  • Il signore dello zoo, regia di Frank Coraci (2011)
  • Jodorowsky’s dune, regia di Frank Pavich (2013)
  • Metti una notte, regia di Cosimo Messeri (2017)

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