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Blonde (2022)

Recensione

Blonde: un omaggio alla figura di Marilyn Monroe

Blonde Film

Blonde. L to R: Xavier Samuel as Cass Chaplin, Ana de Armas as Marilyn Monroe and Evan Williams as Eddy G. Robinson Jr.. Cr. Matt Kennedy / Netflix © 2022

È tratto dal romanzo omonimo di Joyce Carol Oates “Blonde” in concorso al 79° Festival di Venezia diretto da Andrew Dominik. Il punto di vista scelto dal regista è lo stesso del testo da cui parte. Marilyn/aka Norma Jeane è una ragazzina traumatizzata da una madre border line e dalla mancanza del padre. La sua ascesa nell’olimpo di Hollywood non l’aiuta a superare tutto questo. Anzi, la sua intera esistenza è un continuo up and down tra il suo essere insicura e la sua immagine esteriore piena di lustrini sulle passerelle.

Un film di denuncia su Hollywood

Blode review

Blonde (2022)

Si sa tutto o quasi sulla difficile esistenza della donna più sexy del mondo che cantava per Mr. President al suo compleanno. Per questa ragione, Andrew Dominik sceglie di analizzare la sua figura puntando sull’aspetto psicologico del personaggio, un’anima divisa in due. E per farlo usa un artifizio visivo. Marilyn la diva è rappresentata in bianco e nero, la donna fragile e ferita invece è a colori. Nel film ci sono i suoi due mariti importanti, Joe Di Maggio e Arthur Miller, oltre ovviamente a Kennedy. Le scene di sesso sono forti, per questa ragione il film prodotto da Brad Pitt per Netflix è vietato ai minori di 14 anni. C’è anche lo scandaloso legame della diva con due figli d’arte (Chaplin jr e Eddy G. Robinson jr) con cui ebbe si dice un ménage a Trois. In realtà il focus della narrazione è tutto sul suo rapporto con la figura paterna che lei non ebbe mai. Non a caso, chiamava i suoi mariti “Daddy” nella realtà. Altro punto essenziale è la sua voglia di maternità (ebbe tre aborti), che nel film viene più che mai rappresentata e con artifizi a volte surreali.

La diva è interpretata dall’attrice cubana Ana de Armas, che è veramente brava anche se a Marilyn somiglia poco. Questo in realtà è l’ultima pecca di un lavoro che è ineccepibile dal punto di vista formale ma manca il bersaglio. In realtà, più che una pellicola su Marilyn, si tratta di una storia di denuncia dello star system e della violenza dei produttori sulle attrici. Non a caso, il successo di Norma Jeane inizia con un rapporto sessuale violento con un papavero di Hollywood e si conclude con un rapporto orale esplicito a Mr. President. Un film parzialmente ben riuscito che rientra perfettamente nei temi del metoo@.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Andrew Dominik
  • Cast: Ana de Armas, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Adrien Brody, Evan Williams, Garret Dillahunt, Sara Paxton, Scoot McNairy, Xavier Samuel, Lucy DeVito, Rebecca Wisocky, Toby Huss
  • Genere: Biografico
  • Durata: 165 minuti
  • Produzione: USA, 2022
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: 27 settembre 2022

Blonde poster“Blonde”, presentato in Concorso al Festival di Venezia 2022, è un film biografico che ripercorre alcuni momenti  della vita di Marilyn Monroe. La pellicola, diretta da Andrew Dominic e interpretata da Ana de Armas, è tratta dal romanzo omonimo di Joyce Carol Oates.

Blonde: la trama

La pellicola ripercorre l’esistenza dell’intramontabile icona di Hollywood, Marilyn Monroe a partire dalla sua infanzia instabile come Norma Jeane, fino alla fama mondiale. Nel film ci si sofferma inoltre sulle sue relazioni sentimentali, confondendo i confini tra realtà e finzione per esplorare la crescente divisione tra il suo io pubblico e quello privato.

Note di regia

È possibile vedere il mondo al di fuori dei nostri traumi, al di fuori delle nostre paure e desideri? E se si incarna un oggetto del desiderio, quello che il mondo vede è il tuo vero io o una proiezione dei propri bisogni?
Marilyn Monroe una volta disse: “Quando si è famosi, ci si imbatte sempre nell’inconscio delle persone”. Come si pone una bambina indesiderata di fronte all’essere diventata la donna più desiderata del mondo? Deve dividersi a metà? Proporre un’immagine sfolgorante al mondo, mentre l’io indesiderato soffoca all’interno. E non è forse il cinema stesso una macchina del desiderio? L’abbiamo in qualche modo uccisa noi stessi con il nostro sguardo?
Lei ora esiste, come la polvere di una stella esplosa, sotto forma di migliaia di immagini che fluttuano nel nostro inconscio collettivo, nei film, nelle fotografie, sui muri, nelle pubblicità, sulle fiancate dei furgoni dell’aria condizionata e la sua luce – come quella di una stella – viaggia ancora verso di noi, anche se lei si è spenta da tempo.

Trailer

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