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Padre Pio (2022)

Recensione

Padre Pio: il santo secondo Abel Ferrara

Padre Pio review

Dopo “Pasolini”, Abel Ferrara, regista americano che ha trovato una nuova vita in Italia a Roma, porta a Venezia “Padre Pio“, un provocatorio ritratto del Santo forse più controverso dei nostri giorni. La vita di Padre Pio, interpretato da Shia LaBeouf , si interseca profondamente con la strage perpetrata nel 1920 a San Giovanni Rotondo ai danni dei socialisti che avevano vinto le elezioni. Il futuro santo è giovanissimo e ancora combatte con i suoi demoni in visioni che gli appaiono molto reali, chiuso nella sua cella in convento. Diciamolo, chi si aspettava un film sulla sua maturità tra luci e ombre, si troverà spiazzato. Abel si concentra per lo più sul contesto storico del tempo dominato dal conflitto tra i socialisti e i padroni terrieri che sfruttavano la povera gente. È appena finita la Prima Guerra Mondiale e in paese arrivano i sopravvissuti, che cercano nel frate un aiuto. Nel frattempo, il germe del fascismo sta per fiorire, portando con sé morti e distruzioni.

Padre Pio (2022)

Un film sulla nascita del fascismo

C’ è una doppia chiave di lettura in questo film: da una parte il tormento interiore di un uomo che lotta contro il proprio ego/aka diavolo, dall’altra la lotta di classe incarnata da un gruppetto di pochi ma agguerriti rivoluzionari in erba. Saranno uccisi da quelli che qualcuno chiama “gli Arditi d’Italia, gruppo in seno alla Sezione mutilati e combattenti con il gagliardetto nero”, forse con il supporto degli “Arditi di Cristo” seguaci del frate.

Si è scritto molto negli anni su questa storia, Abel Ferrara la riporta in auge ma senza prendere posizione e utilizzando il suo linguaggio cinematografico carico di misticismo e di visioni oniriche. Sono le stesse che disturbano il sonno del frate, che non è raffigurato come persona mite ma anzi a tratti collerica. Non a caso lo interpreta Shia LaBeouf, attore che di crisi personali ne ha vissute non poche per poi diventare cattolico pur essendo cresciuto in una famiglia ebraica. La sua figura ricorda per assurdo, anche se in contesti diversi, quella del protagonista del cult “Il cattivo tenente”. È questo l’aspetto più interessante di questo lavoro che racconta una figura iconica tornando sul tema redenzione/ tormento, che il regista conosce molto bene.

La ricostruzione degli eventi è estremamente curata, come i costumi e le facce vere del popolo mischiate al cast. Un ruolo di punta lo ha Cristina Chiriac, moglie di Abel che, come di consueto, fa apparire in una piccola parte anche la figlioletta Anna. Certamente, la vicenda della strage e la figura di Padre Pio sembrano scollegate nella narrazione, che soffre di una eccessiva lentezza nelle scene in convento. Tuttavia, Shia è intenso nella sua performance anche se probabilmente soffre della scrittura di un personaggio che poteva essere approfondito. Il merito di “Padre Pio” è quello di mostrare un lato inedito del mistico pugliese, senza mai prendere posizione, non influenzando in tal modo il suo pubblico.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Abel Ferrara
  • Cast: Shia LaBeouf, Cristina Chiriac, Marco Leonardi, Asia Argento, Vincenzo Crea, Luca Lionello, Brando Pacitto, Salvatore Ruocco, Federico Majorana, Michelangelo Dalisi, Martina Gatti, Roberta Mattei, Ermanno De Biagi, Alessandro Cremona, Ignazio Oliva, Valeria Correale, Piergiuseppe Francione, Anna Ferrara, Riccardo Vicardi
  • Genere: Biografico
  • Durata: 104 minuti
  • Produzione: Italia, Germania, Gran Bretagna, 2022

Padre Pio schedaPadre Pioè un film diretto da Abel Ferrara presentato nella sezione Giornate degli autori del Festival di Venezia 2022. Shia LaBeouf figura nella pellicola nei panni del santo protagonista.

Padre Pio: la trama

Verso la fine della Prima Guerra Mondiale i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra inospitale per la povertà e violenza che regnano sovrane. Qui, la chiesa e i ricchi proprietari terrieri controllano ogni cosa dimostrando un dominio incontrastato. In questo clima di disperazione e distruzione arriva in uno sperduto convento di cappuccini, un uomo, Francesco Forgione che passerà alla storia come Padre Pio. Questo personaggio mostra da subito un’aura carismatica, con le visioni di Gesù, di Maria e del Diavolo.

La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da premessa a un massacro reale e metaforico, un evento apocalittico che cambierà il corso della storia.

Note di regia

Questo non è un film sui miracoli, bensì su un uomo, Francesco Forgione nato a Pietralcina, un paesino agricolo alle porte di Napoli. Un visionario fin dall’infanzia, un giovane inquieto e dubbioso che lotta per trovare la sua vocazione e il suo posto agli occhi del suo Signore. Ed è un film sul suo arrivo a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, un luogo di povertà, malattie, disordini politici, lontano da Dio. Nell’assistenza ai poveri dopo la devastazione della prima guerra industriale, trova la sua vocazione. Nel servire, nell’amore, nell’empatia, nei santi sacramenti, nell’ascolto della confessione, nella celebrazione della messa, cioè in tutto quello che si oppone alle forze demoniache di quell’autunno del 1920.

Trailer

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