Eco Del Cinema

Richard Fleischer

Biografia

Richard Fleischer, nato in una famiglia ebraica di origine polacca, è stato regista, produttore e sceneggiatore cinematografico.

Richard Fleischer, figlio d’arte e documentarista

(New York, 8 dicembre 1916 – Los Angeles, 25 marzo 2006)

Richard Fleischer

Richard Fleischer

Figlio di un grande regista di animazione, Max Fleisher, acerrimo nemico di Walt Disney (vedremo cosa succederà invece al giovane Richard) Richard Fleischer esordisce con alcuni cortometraggi animati della serie “Superman”, “Betty Boop” e “Popeye”.

Attraversa tutti i generi classici per poi trovare la sua cifra unica: quella di cogliere la realtà amara e dura degli Stati Uniti degli anni che lo vedono attivo. Figlio di Max, pioniere del cinema d’animazione, il giovane Richard abbandona gli studi di medicina per iscriversi alla scuola d’arte drammatica di Yale, dove fonda una compagnia teatrale, The Arena players. Si fa notare dalla RKO, che lo scrittura prima come redattore e montatore di cinegiornali di guerra e poi come regista. Dopo poco, nel 1947, si guadagna un Oscar con un documentario sull’espansione dell’impero giapponese nel corso della guerra nel pacifico – “Design for Death”.

Il periodo del genere thriller e avventura

Con “The Narrow Margin” (“Le Jene di Chicago“) Fleisher mostra già alcune delle qualità che lo renderanno celebre: la capacità di gestione della tensione e la resa efficace della narrazione. Questo film convince il grande “avversario” del padre di Richard, Walt Disney, che arriva ad affidargli la direzione di “Ventimila leghe sotto i mari”.

Grande virtuoso, si fa apprezzare con altri film grazie alle sue intuizioni formali e all’utilizzo disinvolto della cinepresa. Tutto il suo talento esplode in un primo momento in film epici e di avventura: i migliori, forse, “I Vichinghi” (1958) con Kirk Douglas, e “Barabba” (1961) con un superbo Anthony Quinn. Da non dimenticare anche “Bandido” (1956) e “Il Re della Prateria” (1959), western atipici, e i film di guerra antimilitaristi “I diavoli del Pacifico” (1956) e “Tora! Tora! Tora!“, spettacolare ricostruzione dell’attacco giapponese a Pearl Harbor.

Richard Fleischer al suo apice: il dramma psicologico

Un mix di personalità e deformazione professionale da ex documentarista gli permette di dare il meglio di sé nei thriller psicologici. Prende spesso spunto da reali fatti di cronaca e li tinge col suo pessimismo e ossessione per il tema del “doppio”. È il caso di “Violent Saturday“, solo apparentemente la cronaca di una rapina; in realtà impietoso ritratto della provincia americana, o di “Frenesia del delitto” (1959), interpretato da Orson Welles, in cui Feischer descrive l’ambiguità morale di due ragazzi che, dopo aver letto Nietzsche, compiono un gratuito gesto criminale. Altri lavori con molte similitudini sono “L’Altalena di Velluto Rosso” (1955), sensuale e raffinato dramma della gelosia, e “Lo strangolatore di Boston” (1968), dove l’uso sciolto dello split screen, delle ellissi e della de-saturazione del colore risultano funzionali alla narrazione e alla definizione psicologica del personaggio dello strangolatore Albert De Salvo, una delle prove migliori di Tony Curtis.

Notevole è anche 10 “Rillington Place“, in cui un claustrofobico impianto scenico intrappola lo spettatore nella misera esistenza del “mostro di Londra”, John Reginald Christie, (Richard Attenborough), e lo costringe ad una riflessione sull’antico e labile confine fra bene e male.

Il declino e gli ultimi lampi negli anni 70

Negli anni seguenti, la sua carriera è ondivaga: come spesso succede ai grandi artisti e artiste, arriva quel momento in cui si affronta e, nel loro caso, racconta la realtà con una certa disillusione e rabbia latente nei confronti dei numerosi e rapidi cambiamenti di un’arte, questa adorata Settima (mitica trovata del buon Poeta Ricciotto Canudo che doveva avere un debole per le liste) che, ricordiamo sempre, è forse la più potente ma anche la più giovane.

La vena di Fleischer si affievolisce. Fanno eccezione “L’Ultima Fuga” (1971), “I Nuovi Centurioni” (1972), e il fantascientifico “2022: I Sopravvissuti” (1973). Nei primi due, i protagonisti – rispettivamente un autista della malavita e un poliziotto – entrambi impersonati da George C. Scott, vengono descritti al tramonto della loro carriera, con grande umanità. Il terzo è un capolavoro del distopico, con un intenso Charlton Heston in un profetico scenario di disastro ambientale.

Da non dimenticare il controverso antirazzismo di “Mandingo” (1975) e “Il Cantante di Jazz” (1980), ambizioso remake dell’omonimo film del 1927 diretto da Alan Crosland prima di “Conan il distruttore” (1984) e “Yado” (1985), entrambi con Arnold Schwarzenegger.

Richard Fleischer conclude la sua carriera con la commedia “Il mistero da 4 milioni di dollari” (1987) e due anni dopo con il cortometraggio di fantascienza “Call from Space”.

Un pizzico di dolcezza e nostalgia: il nostro Fleisher non ci ha lasciato solo grandi film, ci ha salutati con un libro di memorie il cui titolo dice tutto: “Just Tell When to Cry. A Memoir” (1993).

Amerigo Biadaioli

Filmografia

Richard Fleischer Filmografia – Cinema

Richard Fleischer

Lo sguardo nello specchio

  • Child of Divorce (1946)
  • Piccolo cuore (Banjo) (1947)
  • Squadra mobile 61 (Bodyguard) (1948)
  • Bersaglio umano (The Clay Pigeon) (1949)
  • Seguimi in silenzio (Follow Me Quietly) (1949)
  • Make Mine Laughs (1949)
  • Trapped (1949)
  • Sterminate la gang! (Armored Car Robbery) (1950)
  • Le jene di Chicago (The Narrow Margin) (1952)
  • Tempo felice (1952)
  • Arena (1953)
  • Ventimila leghe sotto i mari (1954)
  • Sabato tragico (1955)
  • L’altalena di velluto rosso (1955)
  • Bandido (1956)
  • I diavoli del Pacifico (1956)
  • I vichinghi (1958)
  • Frenesia del delitto (1959)
  • Il re della prateria (1959)
  • Dramma nello specchio (1960)
  • Il grosso rischio (1961)
  • Barabba (1961)
  • Viaggio allucinante (1966)
  • Il favoloso dottor Dolittle (1967)
  • Lo strangolatore di Boston (1968)
  • Che! (1969)
  • Tora! Tora! Tora! (1970)
  • L’assassino di Rillington Place n. 10 (1971)
  • L’ultima fuga (1971)
  • Terrore cieco (1971)
  • I nuovi centurioni (1972)
  • 2022: i sopravvissuti (1973)
  • Il boss è morto (1973)
  • La banda di Harry Spikes (1974)
  • A muso duro (1974)
  • Mandingo (1975)
  • Sarah Bernhardt – La più grande attrice di tutti i tempi (1976)
  • Il principe e il povero (1977)
  • Ashanti (1979)
  • La febbre del successo – Jazz Singer (1980)
  • Il duro più duro (1983)
  • Amityville 3D (1983)
  • Conan il distruttore (1984)
  • Yado (Red Sonja) (1985)
  • Papà hai trovato un tesoro (1987)
  • Call from Space (1989)

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