Eco Del Cinema

Un altro giro (2020)

Recensione

Un altro giro: questo mondo magnifico e ardente

Un altro giro film“Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno.” – Kierkegaard.
Thomas Vinterberg torna dietro la macchina da presa con “Un altro giro”, e nel cast troviamo Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang e Lars Rant. Il regista danese convince con un’opera ilare, intensa, viva e commovente.

Tutto parte da quattro amici e colleghi, tutti insegnanti alle scuole superiori, e una teoria dello psicologo norvegese Skårderud da comprovare: stabilire se è vero che un tasso alcolemico costante nel sangue di 0,005 porterebbe benefici in termini di apertura mentale, creatività, coraggio, nonchè un aumento delle qualità socio-professionali.

Dopo i primi giorni di prova i risultati sono più che sorprendenti, in termini lavorativi e personali e il semplice esperimento assume proporzioni accademiche, sviando però i quattro amici al di fuori dei binari prefissati alla ricerca di performance superlative.

Tra gag esilaranti e l’amicizia come valore supremo si dipana questa straordinaria pellicola, che non si limita ad essere un film sugli effetti dell’alcool, ma diventa un vero “inno alla gioia” della vita, parafrasando Beethoven.

Dall’estasi al declino e di nuovo in pista

Un altro giro - Another Round

Una sceneggiatura originale e geniale e una banda di vecchi amici che fa morire dalle risate, “ho pensato che potremmo sniffarlo l’alcool, ci farebbe più effetto e non ci puzzerebbe l’alito”, ma al contempo commuove, attraverso ricordi ed una riflessione sul vero significato delle esistenze di ognuno di noi e sul nostro vero ruolo in questo viaggio senza ritorno.

“Il mondo non è come ce lo aspettiamo” dice il meraviglioso Martin di Mikkelsen in una interpretazione in stato di grazia, ma è davvero solo colpa del mondo?

Vinterberg, dopo un tuffo nell’ubriachezza e nella gioia leggera ed effimera che dona, atterra sul vero significato del film, un messaggio molto profondo che si sofferma sulle reali responsabilità di ognuno di noi nei fallimenti, apparentemente subiti da una vita crudele ed ingiusta.

Uno script meraviglioso, suddiviso nei classici tre capitoli o atti che dir si voglia, ci conduce per mano, passando da una prima parte ilare e spensierata a un’inversione di marcia, che affonda nelle vite “fallimentari” dei protagonisti, oramai rovinate dall’alcool, che dai benefici iniziali ha finito per scavare una voragine emotiva.

La vita è davvero imprevedibile?

“Noi decidiamo quando bere, un vero alcolista non può farne a meno” sottolinea uno dei protagonisti, ma forse tutti gli alcolisti hanno iniziato così, per poi assistere al fallimento delle loro esistenze.
Anche i nostri quattro si trovano nella stessa situazione, dopo un viaggio che li aveva convinti che bere era sano, citando a sostegno per i loro alunni gli illustri Churchill, Hemingway ed altri.
“Osare è perdere momentaneamente l’equilibrio, non osare equivale a perdere se stessi”.

Effetti nefasti dell’alcolismo che alimentano un substrato nostalgico, evidenziando sia gli alti che i bassi della vita e l’interrogativo allora diventa “potevo agire diversamente? sono stato sempre davvero me stesso?”.

Il regista dunque centra l’obiettivo e citando nuovamente Kierkegaard apre il vero fil rouge della pellicola: “Devi accettare che te stesso puoi essere fallace, per accettare te stesso e la vita”.

Perchè è solo dagli errori che si riesce a ritrovare se stessi, e nessuno più di Martin lo può capire, intrappolato in una routine che non lo soddisfa e in un matrimonio oramai totalmente appiattito, ma in un amore per cui vale la pena lottare.
E così chiudiamo questa meravigliosa parentesi cinematografica, con le parole del filosofo che più ha saputo raccontarci gli stadi dell’esistenza, citato più volte nel corso della pellicola: “Come gli altri ho pianto di dolore perchè la mia bolla è scoppiata. Ma la mia bolla non è il mondo. Se non ci fosse stato qualcosa per cui combattere cosa saremmo stati io e te ?”.
Søren Kieerkegard.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Titolo originale: Druk
  • Titolo Internazionale: Another Round
  • Regia: Thomas Vinterberg
  • Cast: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Maria Bonnevie, Lars Ranthe, Magnus Millang, Susse Wold, Helene Reingaard Neumann
  • Genere: Drammatico, colore
  • Produzione: Danimarca, 2020
  • Distribuzione: Movies Inspired

Un altro giro locandina “Un altro giro” è un film di Thomas Vinterberg presentato in Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma 2020.

Un altro giro: la trama

La storia di “Un altro giro” prende le mosse da una teoria secondo cui già alla nascita abbiamo una piccola quantità di alcol nel sangue e uno stato di leggera ubriachezza ridurrebbe i nostri problemi e aumenterebbe la creatività.

Martin e i suoi tre amici insegnanti delle scuole superiori, decidono di sperimentare questo assunto nelle loro vite per tutta la giornata lavorativa.

I risultati positivi delle loro attività portano a un vero e proprio studio accademico, ma gli imprevisti sono dietro l’angolo.

Trailer

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