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Sola al mio matrimonio (2018)

Recensione

Sola al mio matrimonio – Recensione: una singola chiazza di colore

Sola al mio matrimonio Pamela

Guardando “Sola al mio matrimonio”, si ha a tratti l’impressione di star guardando un dipinto. Il film, che trova il suo incipit in un villaggio rom della Romania, fotografa paesaggi congelati, ricoperti dal manto bianco e accecante della neve fresca.

Sola al mio matrimonio (2018)

Quando la vicenda si sposta in Belgio, invece, i colori diventano muti: abbondano i grigi delle strade, degli abiti, i toni freddi che predominano in casa di Bruno, come a voler riflettere la sua personalità anaffettiva.

Quest’uso sapiente delle scenografie e dei costumi fa sì che Pamela, la protagonista in tutto e per tutto dell’opera, riesca sempre a risaltare in qualsiasi scena come una pennellata aggressiva nel bel mezzo di una tela. Pamela si tinge i capelli, indossa il vestito a fiori appartenuto alla madre, chiede a gran voce di essere ascoltata, incurante di qualsiasi barriera linguistica. Si tratta di un personaggio capace di fagocitare lo spettatore.

Non stupisce che, grazie a questo ruolo, Alina Șerban abbia vinto il Premio di Miglior attrice al Rome Independent Film Festival. Șerban riesce a dare vita a tutte le piccole sfumature che compongono il personaggio di Pamela con una grazia, un’onestà e una voglia di rivendicazione che non possono non bucare lo schermo, anche grazie alla sapiente regia di Marta Bergman.

Sola al mio matrimonio: il rispetto verso la realtà

Sola al mio matrimonio film

Se da un lato si tratta del primo film di finzione per Bergman, dall’altro “Sola al mio matrimonio” è pervaso dal suo retaggio documentaristico, che avvalora la pellicola piuttosto che soffocarla.

Il ritratto della comunità rom, soggetta a perpetue discriminazioni in Romania e nel resto del mondo, riesce a bilanciare con delicatezza il bisogno della regista di rappresentare la realtà senza filtri e il rispetto da lei dovuto, in qualità di outsider, a una cultura che non le appartiene. L’uso della lingua romanì e la presenza di molti attori e comparse rom sono, sotto questo punto di vista, scelte vincenti, così come la colonna sonora.

L’approccio realista di Bergman si avverte anche nei sentimenti che i protagonisti esprimono durante il film. In particolare, la relazione tra Pamela e Bruno, così fragile e basata su insicurezze e bugie, è costantemente dominata dall’imbarazzo dei due. Si tratta di una coppia che non riesce a trovare una connessione e sia Șerban che Tom Vermier, con i suoi accessi di rabbia e le sue insicurezze, interpretano al meglio questa frattura fra di loro.

“Sola al mio matrimonio” non è il tipo di film che ama prendere per mano la propria audience. Ciò che gli interessa è mettere a nudo i propri personaggi e il loro percorso interiore, in un alternarsi di tensione e commoventi momenti di intimità che sembrano identificare nei rapporti familiari, di sangue o forgiati attraverso un’improvvisata acqua santa, l’unico rifugio dal gelo.

Gaia Sicolo

Trama

  • Titolo originale: Seule à mon mariage
  • Regia: Marta Bergman
  • Cast: Alina Serban, Tom Vermeir, Rebeca Anghel, Marie Denarnaud, Marian Samu, Viorica Tudor, Johan Leysen, Karin Tanghe, Jonas Bloquet, Alexandra Dina, Maria Baciu, Lara Persain
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 121 minuti
  • Produzione: Belgio, 2018
  • Distribuzione: Cineclub Internazionale
  • Data di uscita: 1 ottobre 2020

Sola al mio matrimonio posterLa promettente regista Marta Bergman porta in scena “Sola al mio matrimonio”, una storia realistica, sociale e profondamente umana.

Sola al mio matrimonio: un film che scava nell’animo umano, perso in se stesso ma continuamente alla ricerca di una propria indipendenza

Insolente, allegra e piena di ironia, Pamela non assomiglia per nulla a nessun’altra ragazza rom della comunità in cui vive. Condivide un letto con sua nonna e la sua bambina di due anni, ma sogna la libertà e nuovi posti da visitare ed esplorare.

Così Pamela intraprende un viaggio verso l’ignoto staccandosi dalle soffocanti e superate tradizioni del suo retaggio. Dopo una serie di spostamenti giunge in Belgio con un bagaglio di tre parole in croce di francese e la profonda speranza che il matrimonio possa cambiare la sua vita e quella di sua figlia.

Cast & Crew

Marta Bergman è una regista e sceneggiatrice rumena, diplomata all’Insas di Bruxelles. Durante il percorso che l’ha portata a realizzare questo film, la Bergman si approccia inizialmente alla forma del documentario, esplorando la Romania e descrivendo le comunità rom. “Sola al mio matrimonio” è il suo primo vero lungometraggio.

Protagonista del film nei panni di Pamela è l’attrice di origine rom Alina Serban, che si è fatta notare dalla critica per la sua interpretazione in “Gipsy Queen” (2019).  L’attore belga Tom Vermeir invece interpreta Bruno. Venrier ha recitato in pellicole come il drammatico “Belgica” (2016).

Il cast di “Sola al mio matrimonio” sfoggia inoltre un cast con attenzione ad interpreti rumeni emergenti, almeno al livello del panorama cinematografico globale, quali Rebeca Anghel o Marian Samu.

Trailer

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