Eco Del Cinema

Pallottole in libertà (2018)

Recensione

Pallottole in libertà – Recensione: personaggi improbabili alla riscossa

Pallottole in libertà recensione

Un racconto appassionante e volutamente comico giocato interamente in bilico tra verità e finzione che diverte ed emoziona, questo è il nuovo film di Pierre Salvadori, che parte da Yvonne, giovane ispettrice di polizia rimasta vedova che ogni sera racconta al figlio le storie della buonanotte con un unico protagonista: il padre morto, poliziotto osannato dall’intera città. Un vero eroe dalla carica esplosiva, un super detective in bilico tra James Bond ed il Belmondo degli anni 80, in versione caricaturale e patinata da vero divo “Bollywoodiano”.

Pallottole in libertà (2018)

La giovane vedova però scopre il lato nascosto del marito che non era affatto integerrimo e lodevole, ma un vero corrotto arrivato al punto da mandare un innocente in carcere per otto anni, un ragazzo di nome Antoine che Yvonne, profondamente segnata dall’accaduto, decide di aiutare “sotto mentite spoglie”.

E così da due “colpevoli” nasce una forte profondità, una vera commozione e un divertissment rocambolesco, fatto di fraintendimenti, gag improvvise e personaggi appunto “improbabili” come lo psicopatico che si aggira per tutta la seconda parte del film trascinando con sé i resti della zia in sacchetti di plastica o l’omicida rasta che viene accolto in modo entusiasta.

Attorno ad Yvonne ruota una cerchia di personaggi complementari, come Agnes, la moglie di Antoine, che assiste alla perdita di coscienza del marito una volta uscito di prigione e vi si oppone con estremo rigore e con battute taglienti come ” cosa credi che rubare e dare pugni possa dare un senso alla tua vita?”

Lei, come lui, non sa gestire la libertà, quella libertà scippata otto anni prima ad Antoine, che, una volta libero, preferisce essere bastardo anzichè vittima, ma si sente “bersaglio della violenza degli altri” e al cui senso di ingiustizia si aggiunge anche quello del tempo perso.

Pallottole in libertà: un concitato walzer degli equivoci

La pellicola dipana un fil rouge di ruoli che si scambiano e si compenetrano e le identità stesse si reinventano per sfuggire alla monotonia del quotidiano e ritrovare un po’ di amore.

Colori saturi e densi che accompagnano le emozioni, il blu della notte che lascia fluire interrogativi esistenziali ed i toni caldi che esaltano l’azione enfatizzata e ridicolizzata anche da tute in latex sadomaso e dalla musica soul e rock.

Risate a cuore aperto che vanno a braccetto con sequenze intense di pura poesia, come la scena sulla porta del bagno, quando Antoine ed Agnes esprimono i loro sentimenti o quando si ritrovano e si perdono l’uno negli occhi dell’altro.

Un divertente lungometraggio colorato e vivace che ricorda le commedie di Jonathan Demme anni ’80 con un occhio alle atmosfere soffuse del cinema francese del passato, un gioco esaltante dove ognuno è colpevole ed innocente al tempo stesso, come pallottole in libertà appunto, concetto caro a Victor Hugo per cui “la libertà comincia dall’ironia”.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Titolo originale: En Liberté
  • Regia: Pierre Salvadori
  • Cast: Adèle Haenel, Pio Marmaï, Vincent Elbaz, Audrey Tautou, Damien Bonnard, Hocine Choutri, Christophe Tek, Norbert Ferrer, Octave Bossuet, Martin Pautard
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 108 minuti
  • Produzione: Francia, 2018
  • Distribuzione: Europictures
  • Data di uscita: 30 maggio 2019

Pallottole in libertà locandina“Pallottole in libertà” diretto da Pierre Salvadori, racconta una storia che passa dalla commedia drammatica al thriller comico e action alternativo e insolito, in bilico tra realtà e finzione.

Pallottole in libertà: verità o menzogna?

In una cittadina della Costa Azzurra, la detective Yvonne, interpretata da Adele Haenel, vedova da poco, scopre che suo marito, eroe e capitano della polizia, in realtà non era l’uomo da lei idealizzato. Tutto nasce dalla scoperta di un fatto estremamente grave: la condanna di un innocente ad otto anni di prigione, scelto come capro espiatorio della vicenda. La donna decide così di aiutare il giovane Antoine, anche molto affascinante, ad ogni costo, rischiando di mettersi nei guai.

Pallottole in libertà: rimediare ad un grave errore

Il film nasce da un’idea originale di Benoit Graffin e le scenografie sono di Michel Barthelemy. Il regista stesso in occasione della partecipazione a Festival di Cannes 2018 ha così presentato la sua pellicola “Per molto tempo ho pensato alla storia di un innocente hitchcockiano che, uscendo di prigione, decide di impegnarsi a commettere il crimine per il quale è stato ingiustamente condannato. Avevo in mente anche il genere: il thriller. Ho iniziato a scriverne la sceneggiatura, che sin dall’inizio ha avuto toni piuttosto leggeri ed era fin troppo incentrata sulla storia della rapina. Una conversazione casuale con mia madre ha ridato nuova linfa al progetto. “Sai che sono le madri che fanno i padri”, mi ha detto. Ha poi aggiunto: “Ho sempre dipinto tuo padre come un po’ più grande, gentile e forte di quello che forse era nella realtà”. Le sue parole mi hanno colpito e le ho volute mescolare a ciò su cui stavo lavorando. Ne è così venuta fuori la vicenda di un innocente che esce di prigione e di una madre che tenta di raccontare al figlio che il padre poliziotto non era poi così onesto come lo dipingono. Per tale ragione, lo spettatore sin dall’inizio vede le sue aspettative sul thriller continuamente disilluse e capisce che il fulcro della vicenda sta altrove”.

“Pallottole in libertà” è distribuito nelle sale da Europictures in collaborazione con Sommo Independent.

Trailer

Articoli correlati

Condividi