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L’uomo che comprò la luna (2018)

Recensione

L’uomo che comprò la luna – Recensione: una stra”lunata” favola dal sapore rurale

L'uomo che comprò la luna review

Una missione da compiere, un’impresa senza paragoni, un allarme che corre sul filo da un capo all’altro del mondo sono parte dall’incipit significativo del testa a testa tra un contadino su un apecar e un mulo nel deserto della Sardegna e una notizia bomba: hanno comprato la luna ed è opera di un cittadino sardo.

L’uomo che comprò la luna (2018)

Pino e Dino, due agenti dell’agenzia di sicurezza euroatlantica, doppelganger dei Blues Brothers sul set di una pubblicità Olivetti, interpretati rispettivamente da Stefano Fresi e Francesco Pannofino, partono per reclutare un militare che dovrà andare a fondo alla faccenda.

L’uomo prescelto è il tal Kevin Pirelli (interpretato da Jacopo Cullin), la brutta copia di un milanese dai natali sardi accuratamente occultati, che all’anagrafe nasconde il vero nome di Gavino Zaccheddu.

Il ragazzo, dal capello ossigenatissimo, l’aplomb forzatamente lombardo e la gestualità ostentata alla Celentano, per essere pronto per la missione dovrà prendere “lezioni di sardità” da un vecchio contadino emigrato rude e caustico di nome Bedore, interpretato da un Benito Urgu in straordinario stato di grazia.

L’uomo che comprò la luna: per aspera ad astra

Un impianto drammaturgico modulato sul “Viaggio dell’Eroe” di Chris Vogler, che racconta della crescita di un eroe alla riscoperta della terra che non ha mai dimenticato, di se stesso e dei suoi valori, in un’atmosfera onirica e fantastica.

Un omaggio alla vera Sardegna, alle sue radici e aspri contrasti, nel suo essere rocciosa ma aperta, arcaica ma accogliente, surreale ma dalla naturale bellezza, una terra che crede nei valori del rispetto e della lealtà, riassunti in una frase di Badore “se non capisci la differenza tra le persone e le cose non sarai mai un vero sardo”.

Pochi dialoghi, situazioni accentuate ai limiti dell’assurdo e tanta poesia in una composizione delle inquadrature realizzata ad arte, in primi piani intensi e visioni fantastiche stagliate in un paesaggio sapientemente scelto, senza prendersi mai troppo sul serio, anche grazie all’ironia di Geppi Cucciari che ha collaborato alla sceneggiatura lasciando un segno tangibile.

Ed ecco che assistiamo ad un sardo che soffre il mal di mare e si dirige al paese di Cuccurumalù, in italiano piccolo malvagio, a una panda con la testa di un maiale legata al cofano, parodia del cavallo alato della Rolls Royce e sentiamo la musica di Intervallo mentre Gavino si avventura per i campi in mezzo al nulla.

Elemento cardine è la testardaggine degli isolani, rappresentata nella metafora d’apertura del film tra il mulo ed il pastore e in scene esilaranti come il test del biliardino e la gara canora in un “rap” d’altri tempi dalle melodie rurali.

Una struttura narrativa centrale perfetta, dal ritmo incalzante e l’ironia padrona, sostenuta da modelli tematici di genere, che cede il passo ad una dimensione finale ultraterrena con un mantra “la terra è nostra e voi non avete fortuna, noi non vi diamo nemmeno la luna”

Un vero atto d’amore del regista cagliaritano Paolo Zucca, che tocca le corde dell’anima affondando le radici nella cultura popolare per chiudere con la splendida Angela Molina, musa di una terra difficile, ristretta, ma dal cuore enorme, come Gramsci, ricordato nel film “piccolo come un bambino, ma grande come un pensiero”.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Paolo Zucca
  • Cast: Jacopo Cullin, Benito Urgu, Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Lazar Ristovski, Angela Molina
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 102 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Indigo Film
  • Data di uscita: 4 aprile 2019

L'uomo che comprò la luna (2018) loc“L’uomo che comprò la luna” è una commedia di Paolo Zucca, vincitore del David di Donatello per il Miglior Cortometraggio nel 2009, da cui nel 2013 è stato tratto l’omonimo nonché suo primo lungometraggio dal titolo “L’arbitro“, selezionato alle Giornate degli Autori della 70ª Mostra del cinema di Venezia.

L’uomo che comprò la luna: un’indagine per riscoprire della Sardegna

Due agenti segreti italiani, interpretati da Stefano Fresi e Francesco Pannofino, ricevono una particolare telefonata da parte degli Stati Uniti: l’Agenzia per la Sicurezza Atlantica, infatti, ha scoperto che qualcuno ha osato comprare i Diritti di Proprietà della Luna, scavalcando irrispettosamente la Nazione che per prima ci mise piede!

Così i due agenti sono costretti a reclutare il soldato Gavino Zoccheddu, interpretato da Jacopo Cullin, che sotto-copertura con il falso nome di Kevin Pirelli e un accentuato accento milanese, si occuperà personalmente del caso. Quello che dovrà affrontare, però, sarà un durissimo percorso per riappropriarsi delle proprie origini Sarde, sempre rinnegate, ma che inevitabilmente sono ancora presenti dentro di lui. In suo soccorso arriverà un uomo dal passato misterioso, il misantropo Badòre, interpretato da Benito Urgu, che verrà ingaggiato come formatore speciale di “Sardità”. Dopo aver superato il faticoso addestramento con tanto di esame finale, l’agente Zoccheddu, potrà finalmente dedicarsi alla sua indagine e partire alla volta del paese Cuccurumalu: qui, sotto falso nome, si ritroverà, nonostante la sua diffidenza, in una terra a lui familiare, riscoprendone le tradizioni e l’amore.

“L’uomo che comprò la luna” nasce dalla collaborazione tra La Luna e Indigo Film con Rai Cinema, Ska-Ndal Production e Oficina Burman, il contributo del MiBAC e il sostegno di INCAA, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari, e della Fondazione Sardegna Film Commission.

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