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Sofia (2018)

Recensione

Sofia – Recensione: disamina di un destino già codificato

Sofia review

“Sofia” è l’opera prima di Meryem Bemn’Berek, regista morocchina cresciuta in Belgio. La storia di un dramma e delle dinamiche perverse che lo condizionano e ne decretano l’epilogo, auspicato ed univoco. Un film “estetico e politico” come definito a Cannes, un affresco sull’evolversi di differenti generazioni ed estrazioni sociali in una società patriarcale e altrettanto ipocrita.

Sofia (2018)

Sofia è una ragazza di 20 anni che sceglie, consapevolmente, di tenere nascosta una gravidanza, a se stessa in primis in un diniego evidente, e alla famiglia, fino a quando durante un pranzo accade l’irreparabile, o quasi e, segretamente, dà alla luce una bimba.

Con la sua famiglia la ragazza vive in una condizione di inferiorità sociale, in attesa di fare il grande passo verso la prosperità, contrariamente alla cugina Lela, figlia della sorella della madre, ragazza disinvolta, ricca e istruita.

Il film si apre con la citazione del codice penale marocchino, che punisce con la reclusione ogni rapporto extraconiugale, quindi Sofia ha pochissimo tempo per trovarsi un marito ed evitare il disonore alla sua famiglia. In questo viaggio alla ricerca di Omar, identificato come padre della bambina, in un quartiere di miseria e povertà come Derb Sultan, Sofia viene accompagnata da Lela, che la supporta e la aiuta.

La narrazione può sembrare incentrata su di un unico problema e su di una sola protagonista, ma lo sguardo della regista è molto più ampio e, durante l’ossessivo pedinamento con la camera a mano, abbraccia impietosamente ogni sfumatura, rappresentando i conflitti intrinsechi e le fratture della società marocchina.

Evidente la netta contrapposizione tra la povertà e la grandezza, raffigurata nella dicotomia tra Sofia e Lela, la prima con le sole carte che la sua condizione le ha dato, troppo poche per non giocarle tutte in una mossa al massacro e la seconda, emancipata, acculturata e libera, ma con un candore e un pietismo iniziale, che durante il susseguirsi delle vicende, cede il passo alla consapevolezza dei meccanismi sociali.

Sofia: lo sguardo oltre la gabbia

Una cultura fortemente restrittiva, una legge ostacolata da diverse associazioni, che da oltre 25 anni lottano per cambiare lo stato delle cose, non solo per un problema di ordine sessuale, ma sociale, sanitario, di prevenzione, aborto e contraccezione, per generare evoluzione in un mondo dagli schemi rigidi e pressanti.
Anche Sofia stessa, pur riuscendo a trasformare una situazione negativa, continuerà a rimanere chiusa in una gabbia mentale. Una cultura che limita la libertà se non si hanno le possibilità per superarla, conducendo un gioco infinito, come personaggi in cerca di autore, nell’eterno interrogativo pirandelliano tra vita e forma, pedine su di una scacchiera in cui i giocatori sono altri. Un percorso condizionato e rigido che, come in un labirinto dell’assurdo, nonostante gli sforzi e le distanze, riporta allo stesso punto di partenza.

Un racconto asciutto, che ricorda lo stile di Asghar Farahdi, impietoso, dai tratti pittorici ma naturali, come la protagonista, attorno cui è partita l’intera sceneggiatura e che non essendo un’attrice di formazione, mette in scena se stessa in un ritratto diretto e nitido, avvolto da momenti voluti di silenzio.

Gli eventi imprevisti, ristretti in un tempo che sembra collassare a ogni istante, alterano le dinamiche relazionali di tutti i personaggi coinvolti, fino ad un’insolita resa dei conti. Unico neo l’eccessiva brevità e il crudo realismo ad ogni costo, che se da un lato evidenzia la mancanza di umanità in una società programmatica, dall’altro disperde l’importanza di quell’alito di vita che scatena un’inquietudine emozionale, preferendo la “chirurgia estetica” al cuore pulsante di una donna.

Per ricordare che “la rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli, ma moralmente hanno una forza cento volte più grande” (Oriana Fallaci).

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Meryem Benm’Barek
  • Cast: Sara El, Lubna Azabal, Sarah Perles, Faouzi Bensaïdi, Maha Alemi, Hamza Khafif, Nadia Niazi, Mohamed Bousbaa, Mansour Badri, Nadia Benzakour
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Francia, 2018
  • Distribuzione: Cineclub Internazionale
  • Data di uscita: 14 marzo 2019

Sofia poster“Sofia” segue le vicende di una giovane ragazza marocchina non consapevole di essere incinta. Durante un pranzo la ragazza ha violenti crampi allo stomaco. Sua cugina una studentessa di medicina, decide di visitarla, ma proprio in quel momento a Sofia si rompono le acque. Con la scusa di andare in farmacia, le due si recano all’ospedale più vicino per farla partorire. La clinica concede alla giovane donna 24 ore per portare la documentazione del padre del bambino prima di avvertire la polizia. Inizia così un viaggio da parte delle ragazze, nel tentativo di ritrovare l’uomo che Sofia ha incontrato solo una volta.

 

Sofia: una gravidanza complicata

“Sofia” è un film drammatico scritto e diretto dalla regista franco-marocchina Meryem Benm’Barek-Aloïsi al suo primo lungometraggio, dopo esser stata autrice di due cortometraggi “Nor” del 2013 e “Jennah” nel 2014.

Il film è stato presentato in anteprima alla 71sima edizione del Festival di Cannes, dove  ha vinto il premio nella categoria Miglior Sceneggiatura nella sezione Un Certain Regard, ottenendo una standing ovation da tutto il pubblico presente in sala.

“Sofia”, come spiega Meryem Benm’Barek-Aloïsi stessa, è il ritratto di alcuni rapporti complicati in un paese con i suoi valori, leggi e tabù. Le gravidanze al di fuori del matrimonio sono molto comuni in Marocco e tutti i marocchini sono consapevoli delle conseguenze sociali e legali per le madri single.

“Sofia” mette in scene i due volti di una nazione totalmente separati, da un lato troviamo quello tradizionalista, dall’altro invece quello progressista e moderno, stanco dei vecchi preconcetti.

Prodotto dalla Curiosa Films e Versus Production “Sofia” ha avuto il supporto da parte di Cinémage 12, Canal + e Ciné +.

Trailer

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