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Brave ragazze (2019)

Recensione

Brave ragazze – Recensione: l’attualità degli anni ‘80

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“Brave ragazze” è una pellicola tratta da una storia vera, avvenuta nella Francia degli anni ‘80 e arrivata fino in Italia su di un ritaglio di giornale.

Brave ragazze (2019)

Nel processo di adattamento di una vicenda reale al grande schermo vi sono sempre delle scelte da fare e la decisione di Michela Andreozzi di mantenersi fedele al periodo storico originale risulta vincente su tutti i fronti, non soltanto su quello del pragmatismo (i colpi messi a segno dalla banda delle Amazzoni non sarebbero possibili con le tecnologie di sicurezza dei giorni nostri).

Il film gioca sull’effetto paradossalmente non anacronistico di ciò che mette in scena: le vite delle protagoniste sono segnate dalla misoginia. Anna, madre single di due figli, deve fare i conti con pregiudizi e molestie; Maria, docile e devota, subisce le pressioni di una madre che da lei desidera solo nipoti e le percosse di un marito violento; Chicca, la ribelle del gruppo, è costantemente in conflitto con il mondo e con se stessa a causa della propria sessualità.

Niente di tutto ciò risulta fuori posto nell’Italia degli anni ‘80, ma rimane un retrogusto amaro e allarmante nel rendersi conto di quanto poco le cose siano cambiate al giorno d’oggi. “Brave ragazze” non è e non vuole essere un film di denuncia, ma la regista riesce comunque a inserire un messaggio all’interno di una commedia che alterna battute esilaranti a momenti di intensa emozione senza mai risultare incoerente.

Un mito sfatato

Le quattro protagoniste che formano quella che verrà poi chiamata la banda delle Amazzoni non potrebbero essere più diverse tra di loro, sia per il carattere che per le situazioni personali, eppure il loro legame è ciò che le salva e che dà loro la forza di andare avanti. La loro unione è ciò che permette loro di risollevarsi dalle proprie sventure, sebbene tramite mezzi non propriamente legali.

Ogni scena che ruota attorno al rapporto tra le giovani donne è una dichiarazione d’intenti che va a colmare l’esigenza, ormai evidente, di raccontare storie al femminile senza subordinazioni e senza compromessi, dimostrando che un’interazione positiva nell’universo femminile è possibile, al di là dei luoghi comuni.

Michela Andreozzi e lo sguardo su Gaeta

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La scelta di ambientare “Brave ragazze” a Gaeta, luogo caro alla regista, contribuisce a regalare alla pellicola un’atmosfera accogliente.

Il film riesce a sfruttare al meglio la location: vi sono scene in riva al mare, caratterizzate dall’azzurro vivido dell’acqua, e svariate riprese dall’alto di una città dal grande fascino mediterraneo. Tuttavia il modo in cui Gaeta si sposa meglio con le vicende rocambolesche del film è l’uso dell’urbanistica. I vicoli stretti, tipici dei vecchi centri storici, risultano perfetti per inseguimenti ad alta tensione tra le rapinatrici e la polizia.

L’affetto di Andreozzi per Gaeta, inoltre, trapela nei teneri momenti incentrati sulla famiglia di Anna (Ambra Angiolini). Il rapporto tra una nonna, una madre e i due figli risulta convincente e familiare, in quanto intriso dei ricordi e delle esperienze della regista.

Gaia Sicolo

Trama

  • Regia: Michela Andreozzi
  • Cast: Ambra Angiolini, Ilenia Pastorelli, Serena Rossi, Silvia D’Amico, Luca Argentero, Stefania Sandrelli, Max Tortora, Michela Andreozzi, Max Vado
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 104 minuti
  • Produzione: Italia, 2019
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Data di uscita: 10 ottobre 2019

Brave ragazze poster“Brave Ragazze” è una commedia d’azione, diretta da Michela Andreozzi, che trae ispirazione da una storia vera: una band tutta al femminile di rapinatrici di Avignone, Francia, che si travestivano da uomini e svaligiavano le banche, nel pieno del femminismo francese anni ’80, costruito sulla donna come immagine invertita dell’uomo, identificato fino ad allora come simbolo dominante.

La condizione della donna dagli anni 80 ad oggi : lotta a mano armata e NON

Quattro donne, unite dalle difficoltà e dall’inquietudine del vivere ai giorni nostri, in una società sempre più indifferente ai bisogni, danno vita a un vero affresco con le loro diversità: Ambra Angiolini, che interpreta una madre single per scelta, lotta senza successo, per arrivare a fine mese; Ilenia Pastorelli e Silvia D’Amico, sono due sorelle orfane divise tra una vita ribelle e ideali di elevazione e sacrificio, mentre Serena Rossi veste i panni di una moglie vittima di una costante violenza domestica, che trova rifugio cantando le lodi del Signore. A coronare questo quadro un commissario, Luca Argentero, e il suo braccio destro, un piccolo cameo interpretato dalla regista Andreozzi ed ancora Stefania Sandrelli, Max Tortora e Massimilano Vado.

Brave ragazze: le riprese

Ad illuminare con i suoi paesaggi questa commedia “bigodini e pistole”, come descritta dalla regista stessa, non è la Provenza, come nella storia realmente accaduta, bensì la Riviera Pontina, da Roma, passando per Fondi, a Gaeta, luogo d’infanzia della regista.

A un anno dal grande successo della sua prima pellicola ” Nove lune e mezza” Michela Andreozzi, dopo essersi dilettata nella stesura di un libro, torna dietro la macchina da presa, sempre affiancata e prodotta dalla Paco Cinematografica e Vision Distribuzione.

Trailer

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