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An Impossibly Small Object (2018)

Recensione

An Impossibly Small Object – Recensione: l’importanza delle cose apparentemente insignificanti

An Impossibly Small Object Recensione

“An Impossibly Small Object” si apre tra gli edifici di Taipei, dove si incrociano, in modo del tutto casuale, le strade di un fotografo olandese e di una bambina del posto. Incrociarsi forse non sarebbe neanche il termine più adatto: in realtà i due si vedono da lontano, senza mai rivolgersi la parola; la bambina insieme al suo migliore amico fa un commento banale sull’altezza del fotografo, senza che questi possa sentirlo, e qualche giorno dopo, in modo sempre assolutamente casuale, l’olandese fotografa la bambina mentre fa volare un aquilone, forse non visto o forse si.

An Impossibly Small Object (2018)

Un gesto all’apparenza così innocuo e insignificante, però, come il premere il pulsante della macchina per scattare una fotografia mette in moto tutta una serie di riflessioni nella testa dell’uomo, sulla sua vita, la sua routine e la sua solitudine. Ma tutto questo, ovviamente, non ce lo spiega nessuno. Lo spettatore deve arrivarci da solo.

“An Impossibly Small Object”, un atmosfera irrealisticamente reale

“An Impossibly Small Object” sembra viaggiare sulle note di un’atmosfera realistica ma al contempo fuori dal reale.

Ci sono particolari che si ripetono per tutto il film, a volte giustificati, a volte completamente decontestualizzati, e personaggi che sembrano intrecciarsi e sovrapporsi ad altri personaggi, tanto che sorge il dubbio di aver fatto un salto temporale non annunciato, eppure non è così.

L’affinità tra due esperienze così assurdamente simili sembra essere troppo stretta per essere solamente casuale, come se una singola esperienza, un’amicizia che in fondo è un giovane e innocente amore, potesse legare persone molto lontane e diverse tra di loro: ma, come sempre in “An Impossibly Small Object”, ci domandiamo se quel che ci sembra di aver capito sia realmente vero o se lo stiamo semplicemente immaginando. Verbeek gioca con lo spettatore, ha in mano la risposta, ce la fa vedere dal suo pugno chiuso ma alla fine ce la nega, e ci lascia sospesi.

An Impossibly Small Object: domande senza riposta

An Impossible Small Object scena

In “An Impossibly Small Object” si mescolano tante cose diverse: la storia della bambina, della sua amicizia con Hao-Hao, il suo compagno di classe, le preoccupazioni dei suoi genitori; e insieme la vita di un’anziana signora, e i giorni del fotografo, il suo non essere compreso, il suo non trovare un posto nel mondo. Vicende slegate tra di loro ma che per qualche strana ragione alla fine riescono a intrecciarsi, come pezzi di un puzzle che sembra irrisolvibile ma che poi trovano il giusto ordine.

In 100 minuti, la macchina da presa ci porta in un viaggio che è solo apparentemente senza senso. Alla fine diventa esplicativa una semplice ripresa di un edificio vuoto, con la voce fuori campo del fotografo che parla del trovare un posto nel mondo, di una casa che diventa casa propria, che è insieme ovunque e da nessuna parte: è il momento della svolta, quando finalmente tutti i fili riusciranno finalmente a incontrarsi e intrecciarsi, per darci la risposta che stavamo cercando? Ancora una volta sembrerebbe di no, e Verbeek ci sconvolge con un’immagine conclusiva che ci lascia perplessi.

“An Impossibly Small Object”, quindi, ci dà degli input, pone interrogativi, ma non offre le risposte; e magari è proprio questo il punto: proprio come il fotografo non sa spiegare il significato della fotografia della bambina con l’aquilone, perchè vorrebbe che tutti possano vederci quel che vogliono, forse allora il film non ha un significato univoco, e lo spettatore, come in qualsiasi sceneggiatura ‘aperta’, la risposta deve trovarsela da solo.

Qual è, per voi, il significato dell’oggetto impossibilmente piccolo?

Giada Aversa

 

Trama

  • Regia: David Verbeek
  • Cast: Lucia (I), Chen-Hung Chung, David Verbeek, Klara Mucci, Lisa Lu
  • Genere: drammatico, colore
  • Durata: 1oo minuti
  • Produzione: Taiwan, Paesi Bassi, Croazia, 2018
  • Distribuzione: n/d
  • Data di uscita: n/d

An Impossibly Small Object posterIl cineasta David Verbeek firma la pellicola drammatica “An Impossibly Small Object”, una lettura emozionante della peculiare vita di un fotografo.

An Impossibly Small Object: un film raccontato tramite la fotografia

“An Impossibly Small Object” inizia con il racconto di una notte apparentemente qualsiasi in cui un fotografo di origine olandese scatta una foto a una bambina che gioca con l’aquilone in un parcheggio di Taipei, la caotica capitale di Taiwan.

Quel semplice scatto, ci porta all’interno della storia personale di questa dolce piccola di otto anni che sta attraversando un momento molto delicato ovvero la perdita del suo migliore amico, un ragazzino di famiglia benestante in procinto di trasferirsi in America.

Il fotografo, una volta ritornato nel suo paese, l’Olanda, si ritrova immerso nella sua abituale solitudine, ma qualcosa sta per cambiare. La foto della bambina di Taipei gli riporta alla mente tanti ricordi, in particolare quelli legati alla sua infanzia quando ancora sentiva di avere un posto nel mondo.

“An Impossibly Small Object” è presentato nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema 2018.

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