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Tito e gli alieni: Valerio Mastandrea e la regista in conferenza stampa

È stato presentato in conferenza stampa “Tito e gli alieni”, il secondo film della regista milanese Paola Randi che dirige questa volta Valerio Mastandrea, Clemence Poesy e due giovanissime leve in una commedia dalle tinte fantascientifiche che affronta il tema del lutto e della speranza. In Sala erano presenti i membri del cast, il regista e i produttori del film che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 7 Giugno 2018.

Tito e gli alieni: la regista Paola Randi in conferenza stampa

Tito e gli alieni

Angelo Barbagallo – produttore del film con Bibi Film insieme a Matilde Barbagallo – ha dato il via alla conferenza stampa affermando: “Questa sia una giornata importante, questo è un film a cui teniamo moltissimo e per farlo c’è voluto tanto tempo, tanto impegno e tanta dedizioni. Il risultato ci ha appagato completamente, siamo tutti molto fieri e ciascuno per aver dato un contributo per la realizzazione del film di Paola, che si conferma, dopo il suo bellissimo primo film, un talento del nostro cinema”.

In seguito è stata data la parola alla regista Paola Randi, che rivela ai giornalisti in sala quali siano state le motivazioni profonde che l’hanno spinta a realizzare questo film: “Come tutti ho subito delle perdite importanti, e a un certo punto si è impressa nella mia testa un’immagine, quella di mio padre che nell’ultima parte della sua vita ha cominciato a perdere la memoria e l’ho trovato un giorno in casa mentre guardava la fotografia di mia madre, scomparsa dieci anni prima, per ore e ore perché stava cercando di conservarne il ricordo. Da questo mi è venuta l’immagine di un uomo sdraiato su un divano nel deserto con queste cuffie in testa e un antenna che cercava ossessivamente la voce di sua moglie fra i suoni dell’universo. Da li ho incominciato a lavorare sul come si fa a trovare un antidoto al dolore della perdita e ai problemi che ne conseguono che cambiano la vita delle persone e dei nuclei familiari”.

Alla domanda su quali siano state le motiviazioni che lo hanno portato a recitare in questo film, il protagonista Valerio Mastandrea risponde: “Ci tengo a dire che io ho recitato nel primo corto di Paola, durato un giorno solo e la cui storia possedeva, come questo film, un qualcosa di artistico che usciva un po dai canoni del cinema. Anche per questo film ci fù, quando lessi la sceneggiatura, qualcosa che mi colpì e che mi portò a fregarmene del genere che utilizzava, il fantasy. Non mi interessava il modo in cui voleva arrivare a raccontare questa storia, però poi mi sono trovato dentro quel contesto, con quei costumi e quelle ambientazioni e alla fine della realizzazioni ho riscoperto quella sensazione iniziale”.

Prosegue: “La realizzazione è stata molto complicata e molto difficile però sono molto contento e definisco Paola non solo una regista ma un’artista pura. È stat un’esperienza molto bella, soprattutto a film finito in quanto ci ha messo due anni per essere completato

Tito e gli alieni: le parole dei giovanissimi attori

Luca Esposito, che in “Tito e gli alieni” interpreta il piccolo Tito, rivela alla stampa la sua esperienza sul set: “Fin dall’inizio cercavo di comprendere la fine della trama, che è già difficile da capire, e quando l’ho capita sono rimasto colpito perché quando conosci tutto il film riesci a capire quello che hai fatto. Poi il fatto di essere andati a Las Vegas, cioè chi se lo immagina di vedere Las Vegas no? dalle stalle alle stelle. È stata un’esperienza con tutti possono fare, sono stato molto fortunato e posso die di aver fatto qualcosa di grande per avuto la fortuna di fare questo film insieme a Paola, Chiara e Valerio”.

La sorella di Tito, Anita, è stata portata sullo schermo dalla giovane attrice Chiara Stella Riccio – anch’essa napoletana come Esposito – a cui è stata rivolta la stessa domanda, ossia le sensazioni sul set: “La mia esperienza è iniziata come un gioco e no mi sarei mai aspettata di fare un’esperienza del genere. La Bibi film si è messa a disposizione in tutti i modi, cercavano di farci sentire a nostro agio e con Matilde Barbagallo abbiamo instaurato un rapporto bellismo. Paola, non so come descriverla se non speciale e va sempre oltre come persona. È stato tutto bellissmo e indescrivibile”.

Tito e gli alieni: un progetto ambizioso

Viene data la parola a Matilde Barbagallo che afferma di essere molto felice del risultato e prosegue affermando che: “è stato nel 2012 la prima volta che lessi il soggetto e mi ha colpito tantissimo perché si avvicina al tipo di cinema che io stessa andrei a vedere in sala. Successivamente è avvenuto l’incontro con Paola e si è instaurata una collaborazione intensissima per trovare un modo di raccontare la storia che non facesse il verso alla produzione americana di genere. Io ho fatto la traduttrice di questo film, in quanto Paola aveva delle idee estreme che non riusciva a esprimere a parole. Mi sono molto divertita insieme a lei e a tutto il cast”.

Paola Randi riprende la parola per sottolineare alcuni aspetti del suo film: “Per la scrittuta abbiamo avuto bisogno di fare dei soprraluoghi e poi riscrivere. In più una volta che sono arrivati i protagonisti c’é stato bisogno di un ulteriore riscrittura che andava di pari passo con la ricerca di Chiara Stella, che fece un provino pazzesco per cui eravamo gia abbastanza orientati. Ma per trovare Luca abbiamo visto più di 860 bambini. In postproduzione gli effetti di questo film sono un mix di effetti in ripresa ed effetti digitali, per riuscire a mescolare le due cose e realizzare un film che avesse una sua dignità nonostante i mezzi non fossero quelli di Spielberg. La sperimentazione in questo film è stata tanta, ci sono state un sacco di cose che non erano state fatte prima in questo modo. Quindi sono state delle vere sperimentazioni impegnative. Per assurdo le riprese sono state la cosa più veloce”.

E proseguendo afferma: “La location è stata impegnativa, ed è stata la stessa di Lost in La Mancha. Il progetto era molto ambizioso e impegnativo ma ho deciso di rischiare insieme a tutti loro”.

 

Riccardo Careddu

04/06/2018

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