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Russell Crowe alla Festa del Cinema di Roma per “Poker Face”

É stato accolto da applausi a scena aperta l’attore /regista neozelandese Russell Crowe di casa a Roma dal lontano 2000, anno del mitico “Il gladiatore”, durante la presentazione alla stampa del suo “Poker Face”.

Poker Face: Crowe parla a ruota libera del film e non solo

Russel Crowe immagine

Il suo primo film “The Water Diviner” del 2014 era un action movie. Adesso, invece, ha portato a casa un thriller atipico come “Poker Face” su  una sfida a Poker tra vecchi amici portata all’estremo. L’attore/regista ha raccontato come è nato il film. “Poker Face”, che ha avuto una genesi molto particolare.

“Nel 2020 la produzione era già finanziata, chi si occupava della regia per problemi familiare ha dovuto abbandonare il progetto, e c’erano solo 5 mesi per fare le riprese. Avevo appena perso mio padre, e mi è stato chiesto se volevo far parte del progetto, eravamo nel mezzo della pandemia. Ho pensato a tutto quello che mi aveva insegnato mio padre. Tutta la troupe che sarebbe rimasta senza lavoro, e non avrebbero potuto sfamare le proprie famiglie, era questo che mi premeva e non volevo lasciare a casa duecentosessanta famiglie. Avevo solo 5 settimane, ho riscritto la prima stesura in 9 giorni, così un film che doveva essere d’azione è diventato uno sull’eredità. “

L’attore australiano si offre con generosità alla platea

Un fiume di parole e il racconto toccante di come è nato “Poker Face” nei giorni difficili della pandemia
Crowe ha parlato in conferenza stampa delle mille difficoltà incontrate sul set di “Poker Face” ha continuato a raccontare le mille difficoltà incontrate durante la lavorazione in piena pandemia, in Australia stava iniziando il primo grosso lockdown e non si poteva fare praticamente niente.

Inoltre, sono subentrati diversi problemi oltre il Covid, non ultima una inondazione che ha distrutto il set, in cui tutto si doveva fare in modo illegale di notte. Senza contare, continua, che non si poteva avere tra la crew nessuna interazione sociale. In conferenza è stato chiesto al regista cosa ne pensasse del gioco d’azzardo visto che il suo protagonista (lo stesso Crowe) è un giocatore di poker ad altissimi livelli. La sua risposta è stata secca…. Ha ammesso di non avere una buona opinione sul gioco d’azzardo, anche se molte aziende del settore sponsorizzano lo sport (lui stesso ha una squadra di Football. Inoltre, ha ammesso che lui sarebbe stato un terribile gamble, visti i rischi che si prende sul lavoro.

Ha concluso dicendo di scommettere da sempre una volta l’anno solo su un cavallo e di detestare di scoprire che i figli si giochino i soldi da lui guadagnati duramente. L’incontro con colui che è diventato “Ambasciatore di Roma nel mondo” si chiude con una domanda sulla sua passione per la squadra calcistica della Lazio. La sua risposta, sospirando: “Il Colosseo è in Lazio e io apprezzo i tifosi della Lazio!” E se lo dice lui, il gladiatore, in persona beh… non ci sono dubbi di sorta.

Ivana Faranda

16/10/2022

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