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L’Affido – Una storia di violenza (2017)

Recensione

L’affido – una storia di violenza – Recensione: l’asfissiante paura vissuta fra le mura domestiche

L'affido - Una storia di violenza review

Il divorzio dal marito Antoine, preserva un altro doloroso capitolo per Myriam che cerca di ottenere l’affido esclusivo di Julien, il figlio undicenne. Il giudice assegnato al caso, però, decide per l’affido congiunto dando vita ad un tormentato iter familiare: Julien finisce per diventare ostaggio di un uomo che non percepisce più come padre e che, a sua volta, tenta, con ogni mezzo, di riavvicinarsi alla ex-moglie.

“L’affido” è un storia diritta, senza curve; colpisce con forza il centro della questione e non si ferma lì: continua il suo viaggio verso il dramma, conficcandosi nelle pieghe del tessuto narrativo con una semplicità disarmante.

L’Affido – Una storia di violenza (2017)

La storia è quella vissuta da un numero enorme (ma sempre sottostimato) di donne alle prese con mariti violenti e possessivi. Xavier Legrand sceglie questo tema per la sua opera prima e si accaparra l’acclamazione della critica internazionale con il Leone d’Argento per la Miglior Regia e con il Leone del Futuro, premio Luigi De Laurentiis per un’opera prima, al Festival di Venezia 2017.

Cos’ha di speciale questo film? Racconta il dolore di vicende troppo spesso sottaciute o nascoste e lo fa in maniera semplice ma attenta, con un linguaggio asciutto e mai banale. Evitando di deragliare verso il sentimentalismo o il pietismo nei confronti dei personaggi, Legrand trasforma la sua macchina da presa in un treno che viaggia su binari ben definiti e ben saldi, in un crescendo di tensione che avrà il suo epilogo solamente quando si approssimerà la destinazione finale.

Una paura serpeggiante avvelena le vite di Myriam, dei suoi figli e dei suoi familiari: può accadere qualsiasi cosa e all’improvviso. Non serve a nulla cambiare casa, numero di telefono, e a quanto pare, non vale nemmeno cercare conforto fra le maglie della legge.

L’animale ferito è incontrollabile e sempre in agguato: aspetta solo il momento più propizio per rimpossessarsi di ciò che ritiene gli sia stato ingiustamente tolto. La grande capacità recitativa di tutto il cast conferisce al film la giusta dimensione tragica: probabilmente Legrand è anche un ottimo timoniere che sa sfruttare al massimo il materiale artistico che ha a disposizione. Già lo aspettiamo, con trepidazione, alla sua seconda prova.

Riccardo Muzi

Trama

  • Titolo originale: Jusqu’à la garde
  • Regia: Xavier Legrand
  • Cast: Léa Drucker, Denis Menochet, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux, Mathieu Saikaly, Florence Janas, Saadia Bentaïeb, Coralie Russier, Sophie Pincemaille, Emilie Incerti-Formentini
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Francia, 2017
  • Distribuizione: Nomad Film e P.F.A. Films
  • Data di uscita: 21 giugno 2018

 

L'Affido - Una storia di violenza loc

“L’Affido – Una storia di violenza” segue le vicende di Miriam e Antoine, due coniugi che dopo il divorzio ottengono l’affidamento congiunto del loro unico figlio undicenne, Julien, che in realtà vorrebbe rimanere con la madre. Il bambino, infatti, si sente ostaggio di un padre geloso e irascibile e allo stesso tempo scudo per una madre braccata dalla violenza fisica e psicologica dell’ex coniuge. Le speranze di Julien iniziano a farsi vane quando l’ossessione di Antoine si tramuta in furia cieca.

L’Affido – Una storia di violenza: un film sulla violenza domestica e sui traumi del divorzio

“L’Affido – Una storia di violenza” diretto da Xavier Legrand ha vinto il Leone d’Argento – Premio speciale per la regia e il Leone del futuro – Premio opera prima “Luigi De Laurentiis” alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Il film è la versione estesa del corto “Avant que de tout perdre”, diretto sempre da Xavier Legrand e pluripremiato al festival di Clermont-Ferrant nel 2013. Lèa Ducker interpreta sia nel corto che nell’opera cinematografica una madre vittima dei soprusi del marito.

Girato interamente nella storica regione della Borgogna, il lungometraggio affronta il tema dell’abuso domestico portato avanti da un padre nei confronti del figlio e delle moglie. Antoine è un uomo violento che cerca di controllare il nucleo familiare da cui è stato estromesso dopo la causa di divorzio.

La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista,invece la fotografia è di Yorgos Lamprinos, il montaggio di Youna De Peretti e la scenografia è stata curata dal duo composto da Jérémie Sfez e Emilie Ferrenq.

Trailer

L’affido: Trailer in Italiano

L’affido: Trailer in lingua originale

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