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Due Partite – Recensione

Due generazioni a confronto, due modi differenti di vivere gioie e dolori tipici dell’essere donne

Regia: Enzo Monteleone – Cast: Margherita Buy, Paola Cortellesi, Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi, Marina Massironi, Valeria Milillo, Gabriella Pession, Vittoria Puccini, Carolina Crescentini, Alba Rohrwacher – Genere: Commedia, Drammatico, colore, 94 minuti – Produzione: Italia 2008 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 6 marzo 2009.

due-partiteUn cast tutto al femminile, dalla Buy alla Cortellesi, passando per la Pandolfi e la Milillo, per il film diretto da Enzo Monteleone “Due Partite”. La pellicola è incentrata su due generazioni a confronto, quella colorata e borghese degli anni Sessanta e la caotica e grigia degli anni Novanta. Due epoche, due modi di rappresentare la donna.

Nella prima parte la pellicola si concentra sulle mamme, snodandosi sulle problematiche di quattro amiche che si incontrano per giocare a carte una volta alla settimana, per finire a parlare dei loro problemi: la maternità, i disagi, le gioie e i dolori, la vita insomma.

Successivamente tocca alle figlie analizzare le loro esperienze, farsi carico dell’eredità dei genitori e cercare di trovare la felicità nelle scelte che hanno fatto, confrontando le loro paure, dandosi conforto.

Questo adattamento cinematografico della pièce teatrale della Comencini, è un ottimo lavoro, studiato nei minimi dettagli dalla regia, alla sceneggiatura. I costumi giocano un ruolo fondamentale, così vivi e colorati nelle scene degli anni Sessanta e così cupi e grigi nei Novanta, per sottolineare un dualismo di base fra i due mondi, collegati tra loro eppure distanti; come le acconciature, il trucco e gli arredi di casa.

Il film è girato in pochissime location in sequenza, questo per dare modo di filmare anche il più piccolo movimento, rendere realista la scena, carpire ogni emozione data dall’attore, creando un atmosfera semplice, familiare.

Il punto di forza di “Due partite” è la recitazione stessa delle attrici, che diventa perno portante della narrazione. Difatti ogni ruolo è molto marcato, caratterizzato da un lato del carattere, da gesti, risate, con lo scopo e la riuscita, di far entrare lo spettatore in un altro mondo, per poi tornare ad oggi con un pizzico di malinconia. Il tutto danzando sulla splendida voce delle canzoni di Mina.

Sonia Serafini

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