Eco Del Cinema

What is Left? – Recensione

La sinistra si è persa, Gustav Hofer e Luca Ragazzi si mettono sulle sue tracce. Riusciranno a trovarla?

Regia: Gustav Hofer, Luca Ragazzi – Cast: Lucia Mascino, Fabrizio Barca, Celeste Costantino, Alessandro Di Battista, Dario Franceschini, Enzo Lattuca, Tomaso Montanari, Stefano Rodotà – Genere: Documentario, colore, 74 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Data di uscita: 1 dicembre 2013.

WhatisleftSarà colpa della globalizzazione, della crisi degli ideali, della crisi economica e forse anche della crisi di coppia, sta di fatto che l’uomo, almeno quello di sinistra, si è perso. Già le sue convinzioni vacillavano da tempo e i risultati delle ultime elezioni non hanno fatto altro che infliggergli l’ennesimo duro colpo rendendo sempre più appannato il futuro politico suo e di un popolo che spera da almeno vent’anni nella svolta definitiva: prima un bel tramonto berlusconiano e a seguire un’alba riscaldata dal “sol dell’avvenire”.

Invece a Febbraio Berlusconi non tramonta ma rimonta, il PD, più che l’alba, riscalda al massimo la famigerata minestra e Grillo fa il pieno di voti. A questo punto l’uomo, e financo la donna, di sinistra sono allo sbando. Provvidenzialmente vengono in loro soccorso Gustav Hofer e Luca Ragazzi con “What is Left?”. In effetti, in un momento di grande confusione, esordire con una domanda, non sembrerebbe proprio la scelta più azzeccata per cercare di far guarire, se mai questo fosse stato l’intento, il corpo elettorale sinistrorso dall’ormai cronico disorientamento. Ma non ci si dovrà far ingannare dalle apparenze.Infatti “What is Left?” è un documentario omeopatico: tenta di curare la confusione con i punti interrogativi.

I quesiti sono estrapolati dalle riunioni dei circoli di partito (già sezioni), dalle manifestazioni, dalla gente comune. Sarà facile, per l’elettore di sinistra, identificarsi soprattutto con alcuni ragionamenti, fatti chissà quante volte con gli amici, o con le contraddizioni di un momento storico politicamente vacuo, piuttosto che rispecchiarsi nei vari personaggi che popolano il documentario.

I primi a mettersi letteralmente in gioco con un geniale quiz show, sono proprio i due registi. La loro quotidianità, scandita dalle riflessioni sugli odierni accadimenti politici, rappresenta il filo “rosso” (colore non casuale) di tutta l’opera che risulta godibile anche per la giusta dose di ironia e di situazioni divertenti. Passano in sequenza anche i pensieri dei giovani esponenti del Pd, di Sel e del Movimento Cinque Stelle fino ad arrivare alle parole di Stefano Rodotà. Ma una ricetta chiarificatrice è oltremodo difficile da prescrivere: ai giorni nostri l’influenza proviene più da Arbore che da Marx poiché, per la sinistra, la vita è (ancora) tutta un quiz!

Riccardo Muzi

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