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“Veloce come il vento” presentato dai protagonisti del film

“Veloce come il vento”: Matteo Rovere presenta a Roma l’action movie italiano con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis

Veloce come il vento

Matteo Rovere ‘sceglie’ l’elegantissima cornice del Visconti Palace Hotel a Roma per presentare in anteprima stampa il suo nuovo lungometraggio “Veloce come il vento” (“Italian Race”), un action movie primo nel suo genere in Italia, sulla scia dei successi internazionali di “Fast & Furious” e “Rush”. Protagonisti della pellicola la giovanissima ed esordiente Matilda De Angelis, reduce dal successo della fiction Rai “Tutto può succedere”, e il veterano Stefano Accorsi, nei panni di un ex campione di rally caduto in disgrazia, alla storia del quale s’ispira il film.

Il sole romano del penultimo giorno di Marzo offre una mattinata primaverile che concilia i sensi di tutto il cast di “Veloce come il vento”, a cominciare dal regista Matteo Rovere che si presenta, dopo “Gli sfiorati” e “Smetto quando voglio” (in veste di produttore), alla sua terza collaborazione con Domenico Procacci e la Fandango: segno che squadra che vince non si cambia.

Rovere e Procacci: il cinema italiano deve avere ‘coraggio’

Veloce come il vento Stefano AccorsiCon il team al completo, può finalmente cominciare la conferenza stampa e la parola passa immediatamente a Domenico Procacci, che apre una piccola parentesi sul cinema italiano e sui film di genere. Il proprietario e fondatore della Fandango si è soffermato sull’assenza nella cinematografia italiana di film dedicati detti appunto ‘di genere’, in quanto lontani dalla nostra tradizione e con i quali si rischia di ‘perdere’. Poche sono infatti le eccezioni riservate a lavori di approfondimento ben strutturati e curati con precisione maniacale. È con questa filosofia che ha accettato di collaborare nuovamente con Matteo Rovere, regista che reputa di qualità, del quale ha sposato la causa di “Veloce come il vento”, definendolo “un copione di valore, potente sia per l’ambientazione che per la capacità di coniugare i legami familiari con uno scenario originale”.

Inevitabile la domanda al regista sui modelli cinematografici americani (vedi “Fast & Furious” e affini) sulla scia dei quali il film si sviluppa, mantenendo al contempo una sua identità, basata molto sulla cinematografia europea anni ‘70; il filmmaker romano ha evidenziato come, nonostante manchi la potenza degli effetti speciali tipici delle grandi lavorazioni degli Studios, il film non perda di credibilità grazie a delle sequenze action realizzate completamente dal vivo. Pertinente l’intervento di Stefano Accorsi sul ruolo fondamentale svolto dagli stuntman e dai piloti professionisti, intervenuti a supporto tecnico nella lavorazione della pellicola: “Non possiamo competere con gli Stati Uniti ma va detto che in Italia abbiamo i migliori piloti al mondo da generazioni, il know–how dei nostri tecnici va preservato, li ringrazio per il lavoro svolto”.

Sebbene l’attenzione nel film sia fortemente dedicata al personaggio di Loris De Martino, interpretato da Accorsi, Rovere ha tenuto a precisare quanto sia importante il ruolo di Giulia (Matilda De Angelis), fulcro motore di “Veloce come il vento”. La giovane attrice, al suo esordio cinematografico, stuzzicata da una domanda, evidenzia la novità apportata al cinema italiano da un film che, per la prima volta, racconta un mondo sconosciuto e in ombra rispetto alla più nota Formula Uno, ossia quello del Rally.

Stefano Accorsi su “Veloce come il vento”: “la passione degli addetti ai lavori nel mondo del Rally mi hanno dato un’idea di cosa voglia dire dedizione totale”

Veloce come il vento Matilda De AngelisPalpabile l’entusiasmo dei membri del cast, che per mesi hanno lavorato a stretto contatto con esperti di settore, tra i circuiti di Vallelunga, Imola e Monza al fine di respirare la loro passione e portarla sullo schermo, come si evince dalle parole di Stefano Accorsi: “altissimo il livello di professionalità, che nasconde una dedizione totale, ho avuto la fortuna di raccontare l’amore per la vita, una bella emozione”.

A conferenza quasi conclusa giunge la domanda sulla corrispondenza dei fatti narrati con la vicenda di Carlo Capone, ex campione di Rally e fonte d’ispirazione per “Veloce come il vento” (ora rinchiuso in una clinica psichiatrica); se Accorsi lo definisce “un lavoro di sintesi, di tutti gli elementi raccolti, estremamente meticoloso”, Rovere calca la mano sull’importanza del contributo di Antonio Dentini (detto Tonino) meccanico di Rally anni ’80 – ’90, la cui collaborazione ha consentito alla pellicola di arricchirsi di tecnicismi e particolari assolutamente veritieri.

Tra i ringraziamenti finali, rilevanti quelli di Matilda De Angelis, felice della sua prima esperienza cinematografica, a tutte le donne che lavorano tra i motori, in un mondo difficile in quanto “maschile e maschilista”, e quelli di Accorsi a Domenico Procacci, “un professionista unico che ha accettato un copione suggestivo e originale, fuori dagli schemi della cinematografia italiana; questo fa di lui un produttore dotato di una grande identità”.

Eleonora Di Giacomo

30/03/2016

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