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Una piccola impresa meridionale – Recensione

Dopo “Basilicata Coast To Coast” Rocco Papaleo torna a dirigere una commedia ‘meridionale’ contro i pregiudizi e l’ignoranza

Regia: Rocco Papaleo – Cast: Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli – Genere: Commedia, colore, 103 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 17 ottobre 2013.

piccolaimpresameridionaleIl regista, nonché attore e musicista, Rocco Papaleo torna dietro la macchina da presa per dirigere la sua seconda commedia dal titolo “Una piccola impresa meridionale”, affiancato da un cast d’eccezione, tra cui spiccano i nomi di Riccardo Scamarcio, Barbara Bobulova, Sarah Felberbaum e Giuliana Lojodice. Ancora una volta Papaleo rimane fedele al meridione di cui, nella pellicola, mette in evidenza sia pregi che difetti.

A fare da sfondo al film non è più la Basilicata di “Basilicata Coast To Coast”, bensì il mare inconfondibile della costa occidentale della Sardegna raccontata attraverso la favolosa fotografia di Fabio Zamarion, che fa venir voglia di buttarsi a capofitto dentro lo schermo.

Buona parte delle scene sono girate in un vecchio faro in disuso che finisce per diventare il posto in cui tutti i personaggi della storia trovano, pian piano, la pace dei sensi e si riappacificano con il mondo. Ecco allora che il faro rispecchia nel corso della pellicola lo stato d’animo dei personaggi: inizialmente esso è malmesso così come la vita dei protagonisti, tutti impantanati in una fase difficile e buia della propria esistenza – chi, ad esempio, decide di abbandonare la vocazione religiosa o chi è stato tradito dalla propria moglie, che, per contro, ha una relazione con una donna e non sa come confessarlo alla madre tradizionalista; mentre la loro condizione pian piano migliora, anche la costruzione segue un processo di trasformazione positiva.

Insieme alla figura centrale del faro quale simbolo significativo della crescita dei personaggi, la pellicola ruota intorno al tema della musica, in particolare quella fatta di ritmi jazz mischiati a musica d’autore. Ogni scena del film è accompagnata da composizioni musicali che, in più occasioni, smettono di essere di sottofondo alla pellicola per irrompere da protagoniste nel film – pensiamo ai canti di Barbara Bobulova e Riccardo Scamarcio, al contempo, impegnato a suonare divinamente il piano.

Nel film Papaleo ci fa vedere i suoi attori in vesti totalmente diverse e nuove rispetto al solito: se Scamarcio non è più il sex symbol della situazione, la Bobulova sconfina dalla parte un po’ drammatica e dark che solitamente riveste, e la bella Sarah Felberbaum rinuncia a un po’ della sua bellezza per indossare i panni di una trasandata donna delle pulizie. Oltre ad essere una prova interessante per gli attori, il tutto suscita uno spettacolo divertente e ironico, offrendo degli stessi interpreti una versione nuova e fresca che li libera da precedenti ruoli.

Come già accennato, anche in questa nuova commedia il regista rimane fedele al suo amato Sud, del quale cerca di rappresentare le contraddizioni e i punti deboli con l’intento di divertire da una parte, ma denunciare dall’altra, suscitando non solo riso ma anche un po’ di giusta amarezza.

Accanto alla meridionalità, la pellicola affronta dei temi scottanti e non poco complicati, come l’omosessualità e la religione, che, per quanto seri e reali, vengono dal regista sdrammatizzati attraverso un’azzeccata dose d’ironia, che, nel film in questione, sembra non guastare e non stancare mai.

Francesca L. Sanna

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