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Una notte con Beth Cooper – Recensione

Pellicola scontata con una trama trita e ritrita, nonostante la regia di Chris Columbus, noto ai più come il regista di “Mamma ho perso l’aereo”

(I Love You, Beth Cooper) Regia: Chris Columbus – Cast: Hayden Panettiere, Samm Levine, Cynthia Stevenson, Lauren London, Alan Ruck, Shawn Roberts, Andrea Savage, Lauren Storm, Jack Carpenter, Paul Rust, Pat Finn, Anna Mae Routledge, Brendan Penny, Marie Avgeropoulos, Josh Emerson – Genere: Commedia, colore, 102 minuti – Produzione: Canada, 2009 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 10 Luglio 2009.

una-notte-con-beth-cooper“I Love You, Beth Cooper” nel titolo italiano è diventato “Una notte con Beth Cooper”. Dichiarazione d’amore o una nottata spesa in sua compagnia la sintesi non cambia, il film in questione è talmente scialbo, anzi proprio brutto e scontato, da non meritare quasi una recensione. Di che si può parlare in una pellicola che non aggiunge nulla di nuovo ad un panorama cinematografico lungo ormai più di un secolo che ha sfornato capolavori e film leggeri, opere d’arte ma anche buone idee semplicemente mal sfruttate?

Assolutamente dimenticabile, ecco le parole giuste per descriverlo. E dispiace pensare che alla regia c’è mister “Mamma ho perso l’aereo” (film cult del 1990) Chris Columbus, regista capace, qui evidentemente distratto da qualcosa.

Beth Cooper (Hayden Panettiere… attrice carina, forse dal cognome rivelatore su un’ipotetica altra professione) è la reginetta della scuola, bella e invidiata, alla quale il giorno del diploma lo sfigatone di turno, il brutto e per niente invidiato Denis Cooverman, dichiara il proprio amore di fronte a tutta la scuola. Finisce qui il racconto del film, che si dipana per una futile ora e mezza nel raccontare l’improbabile storiella della cheerleader con cervello e anima e del secchione imbranato, sensibile corteggiatore.

Se l’avete sentita mille volte questa trama, vi consiglio vivamente di scegliere altro qualora foste di fronte al dubbio della sala in cui entrare, in caso contrario non rimarrete piacevolmente sorpresi, nemmeno se vi aspettate scene piccanti, del tutto assenti. Personaggi e battute scadenti, situazioni alla ricerca della smarrita comicità e sceneggiatura ordinaria che di nostalgico e ben fatto ha solo le fotografie dei tempi del liceo (associate agli addetti ai lavori dei film nei titoli di coda).

Evitando quindi il paragone con una recente pellicola dal titolo simile e decisamente meglio riuscita, rimane fuori dalla sala un’univoca considerazione. Altro che una notte (al cinema) con l’algida Beth, ne sarebbe bastata anche una con gli amici a far baldoria e divertirsi, “una notte da leoni” insomma.

Simone Bracci

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