Eco Del Cinema

Un boss in salotto – Recensione

Non era facile per il regista di “Benvenuti al Sud” e del suo sequel tornare sul grande schermo con un prodotto altrettanto spumeggiante… ma c’è riuscito 

Regia: Luca Miniero – Cast: Paola Cortellesi, Luca Argentero, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro, Alessandro Besentina, Francesco Villa – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 1 gennaio 2014.

bossinsalottoMiniero stavolta supera se stesso: se i suoi due film precedenti sono debitori allo strepitoso “Bienvenue chez les Ch’tis” di Dany Boon, “Un boss in salotto” è stato ideato (assieme a Federica Pontremoli), scritto e diretto dal cineasta napoletano.

Miniero confeziona una pellicola fresca e divertente dov’è ancora presente il contrasto tra Nord e Sud, filtrato però dalle dinamiche affettive di una famiglia ‘quasi perfetta’.

Così attraverso la figura di Cristina, che spende la sua vita per costruire la famiglia modello, e dell’irruzione nella sua quotidianità del ‘boss in salotto’, vengono messi a nudo quei luoghi comuni e quel finto perbenismo del quale l’Italia intera si nutre. Una sceneggiatura che non conosce tempi morti e un cast ben assortito, in cui ciascuno si spende al meglio nel caratterizzare il proprio personaggio, sono la salda ossatura sulla quale i movimenti di macchina da presa tessono la tela filmica, ricavando un racconto che diverte senza volgarità.

Così in un susseguirsi di equivoci e situazioni divertenti il film scorre veloce, e se per il pubblico adulto vi sono spunti di riflessione sulle italiche ipocrisie, per i bambini la storia è semplicemente spassosa. A proposito di bambini impossibile non segnalare Saul Nanni e Lavinia De’ Cocci, alias Vittorio e Fortuna, i figli dei protagonisti, bravi quanto i loro colleghi adulti. Il personaggio di Fortuna è particolarmente riuscito e l’accoppiata De’ Cocci-Papaleo è un mix di tenerezza e humor.

Non spendiamo parole per il resto del cast poichè tutti, anche quelli che si adoperano in ruoli minori, brillano per simpatia, nessuno primeggia sugli altri.

Miniero racconta con ironia la non fattibilità della famiglia perfetta, il falso mito del Nord libero da associazioni a delinquere in cui tutti sono bravi e ligi al dovere, la facilità con cui spesso si ripudia l’onestà per un facile guadagno, mostrando inoltre come non si sfugge dalla proprie origini, che dovremmo amare senza vergogna. Per il regista le origini dovrebbero essere per ciascuno quella fonte di energia che arricchisce la vita, il punto d’appoggio sul quale fondare tutta l’esistenza.

Maria Grazia Bosu

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