Eco Del Cinema

Tutto può cambiare – Recensione

A New York, per un musicista tutto può cambiare

 

(Begin Again) Regia: John Carney – Cast: Keira Knightley, Mark Ruffalo, Adam Levine, Hailee Steinfeld, Catherine Keener – Genere: Commedia drammatica, colore, 104 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 16 ottobre 2014.

tuttopuocambiare-Manifesto2Tutto può cambiare: a New York, tra vicoli e bar, un corpo vestito brucia rapido nel buio di una notte che potrebbe essere l’ultima; quella stessa folle città che lo sta facendo precipitare, appena a un passo dallo sfracellarsi, lo fa impattare con un altro corpo in caduta. Magicamente da quell’urto comincerà la risalita.

I due corpi in caduta si chiamano Dan e Greta: il primo, per i troppi sogni e il troppo alcool, ha visto fallire l’etichetta discografica da lui fondata; la seconda ha perso da poco il suo ragazzo Dave, che aveva ricevuto un’offerta da un colosso dell’industria musicale, e a causa del quale si era trasferita a New York qualche mese prima, scoprendo quanto i riflettori, mentre illuminano il volto, oscurano il valore delle cose veramente preziose.

Sia Dan che Greta, tuttavia, hanno ancora il loro grande amore per la musica e, adesso, anche la reciproca conoscenza. Lei è una cantautrice con un grande potenziale, lui, con tutti i suoi difetti, è pur sempre un visionario: pur di portare la ragazza al successo, difronte alle porte chiuse degli studios e delle case discografiche, è pronto a ritornare in quei luoghi che sono sempre aperti; tra le scale antincendio, i rooves, le metropolitane, i laghetti di central park, e tutto ciò che la Grande Mela ha da offrire, Dan e Greta tenteranno l’impresa di produrre un album interamente registrato in location recordings.

Il regista John Carney è abile nel raccontare l’impresa, imponendole dei tagli che la scandiscono nei grandi spazi metropolitani di sfondo, come in un grembo materno ben disposto a tutelarne la crescita.

Una commedia piacevole, dunque, che pretende e ottiene solidarietà nei confronti dei suoi protagonisti, impegnati in una piccola e divertente epopea personale, capace anche di proporre una soluzione a quella domanda che da sempre riposa silenziosa sul fondo del cuore di ogni artista: “Come liberare la bella musica dal vil denaro?”

Claudio Di Paola

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