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Turner – Recensione

La vita di William Turner, “il pittore della luce”


(Mr. Turner) Regia: Mike Leigh – Cast: Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville – Genere: Biografico, colore, 149 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2014 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 29 gennaio 2015

turnerL’ultimo film del regista Mike Leigh dedicato al celebre paesaggista JMW Turner è volutamente difficile da amare. È un film lento e cupo ma allo stesso tempo affascinante. Leigh, conosciuto per lo più come sceneggiatore, ha presentato al Festival di Cannes una pellicola abbastanza inconsueta per il suo stile. Molto attento all’atmosfera e alla psicologia del personaggio, ha più volte precisato che “Turner” non è un biopic, ma un film che approfondisce un preciso momento della vita dell’artista. Sono infatti descritti i suoi ultimi anni, i più innovativi e i più difficili, sarà proprio in questo periodo che il suo lavoro verrà incompreso da molti.

Protagonista del film è Timothy Spall che interpreta il pittore inglese. Spall, attore feticcio del regista, dimostra una grande abilità tra il lavoro mimico e psicologico che va a costruire un personaggio dal carattere difficilissimo. Nella pellicola vengono mostrate diverse sfaccettature di questo: fragile e buono con il padre, distaccato e noncurante con la sua prima compagna e le figlie, spietato con le fedele domestica gobba, che usa solo per sfogare i suoi appetiti sessuali e dolce e amorevole nei confronti della signora Booth, una donna con cui passerà gli ultimi anni della sua vita. Spesso descritto come il “pittore della luce”, Turner faceva parte della scuola romantica, ma il suo lavoro aprirà la strada agli impressionisti. Nel film infatti la luce è un elemento chiave. La fotografia è incredibile, coglie gli aspetti che Turner esprimeva nella sua arte. Il regista inoltre mostra una cura maniacale nell’accuratezza dei dettagli, nell’ambientazione e nei costumi.

Una pecca di “Turner” è indubbiamente la sua durata di ben 150 minuti; eliminare molte scene superflue avrebbe giovato al film. La pellicola inoltre non è lineare, costruita a episodi, mostra solo alcuni momenti della vita del pittore. Colpisce molto invece il modo in cui i toni vengono bilanciati, dalla commedia al dramma, “Turner” fa ridere, in particolare con i suoi ‘grugniti’, e fa commuovere, perché proprio in quei momenti in cui ci strappa un sorriso si è indotti a riflettere e talvolta anche a rattristarsi.

Federica Fausto

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