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Tulpan – La ragazza che non c’era – Recensione

Una storia asciutta, dolorosa, ambientata nella steppa Kazaka, protagonista un ragazzo in cerca di una moglie

(Tulpan) Regia: Sergei Dvortsevoy – Cast: Ondas Besikbasov, Samal Esljamova, Askhat Kuchencherekov, Tolepbergen Baisakalov, Bereke Turganbayev – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Germania, 2006 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 24 aprile 2009.

tulpan-la-ragazza-che-non-c-eraNon aspettatevi grattaceli, città affollate, globalizzazione, o quant’altro! “Tulpan” è l’espressione dell’antimodernità. La storia si svolge totalmente nella sterminata steppa Kazaka, e racconta le vicende di una famiglia di nomadi, in particolar modo di Asa, un giovane tornato dal servizio militare in marina. Il ragazzo ambisce ad avere un gregge tutto suo e una capanna, ma per ottenere queste due cose deve maritarsi, impresa ardua visto il numero ristretto di ragazze nella steppa.

È così che viene combinato un incontro con l’unica disponibile, Tulpan. Quest’ultima, assai restia nello scegliere Asa, dando la colpa alle sue orecchie a “sventola”, declina la proposta tramite i genitori, con modi assai poco garbati. Ma il giovane non si darà per vinto, continuando a sognare un amore impossibile e la sua libertà da una famiglia dolce ma opprimente, per via del rapporto con il cognato despota.

È una pellicola cruda, girata in maniera ortodossa, che, senza troppi “fronzoli”, ci fa assistere nei minimi dettagli al parto di una pecora, al vivere arcaico che ai nostri occhi può sembrare senza senso, in una realtà distante anni luce dalle grandi città, dalla moda, dai cellulari, dalla frenesia quotidiana. Paradossalmente però, i valori familiare di cui parla sono gli stessi in ogni parte del mondo. Che sia Giappone, Norvegia, oppure Kazakistan i litigi, le antipatie, i bambini sono tutti uguali, figli di una madre universale che ci accomuna.

“Tulpan” è il primo lungometraggio di Sergey Dvortsevoy, ed ha vinto il Premio “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2009. Consigliato a chi predilige film stranieri atipici.

Sonia Serafini

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