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“Truth”, la presentazione del film – apertura della Festa del Cinema di Roma

Si è tenuta oggi all’Auditorium, nella sala Petrassi, la conferenza stampa di presentazione del film “Truth”. Si tratta del primo film in concorso presentato alla Festa del Cinema di Roma; la conferenza è seguita immediatamente dalla proiezione riservata alla stampa e ha visto protagonista il regista James Vanderbilt, accompagnato da due rappresentanti della produzione. La giornalista Mary Mapes, sulla cui vicenda è imperniato il film, ha dovuto rinunciare alla presenza a causa di un imprevisto ritardo aereo.

“Truth”: lo stato dell’arte del giornalismo investigativo, oggi

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L’interesse originario per la storia della giornalista Mary Mapes, così come presentata nel libro omonimo che ha esercitato grande influenza mediatica negli Stati Uniti, ha spinto James Vanderbilt a trarne un film che potesse valorizzare gli aspetti più drammatici ed emozionali dell’intera vicenda.

Il regista ha dichiarato di aver trascorso molto tempo, in fase di scrittura, in compagnia della stessa Mary Mapes e di Dan Rather, conduttore televisivo dimissionario in seguito all’evolversi della vicenda giudiziaria. I due nel film sono interpretati da stelle di prim’ordine come Cate Blanchett e Robert Redford: al centro della questione un’indagine portata avanti da Mapes sull’addestramento militare nella Guardia Nazionale Aerea del Texas che George W. Bush – all’epoca dell’indagine in lizza per un nuovo mandato presidenziale, poi ottenuto – avrebbe utilizzato come semplice escamotage per evitare nel 1968 l’arruolamento per la guerra del Vietnam; i documenti scoperti e svelati da Mapes e dal suo battagliero team di giornalismo investigativo sono in seguito stati dichiarati falsi, conducendo al licenziamento della giornalista.

Una vicenda emblematica nelle pagine del giornalismo investigativo

Vanderbilt ha voluto evidenziare l’approccio giornalistico, interno alla vicenda, che connota il taglio registico e il montaggio: al di là della naturale inclinazione alla drammatizzazione e alla resa emozionale di determinati aspetti della vicenda, l’obiettivo primario nel girare il film è stato quello di rendere la natura reale del lavoro e in particolare di questa indagine, vicenda in qualche modo emblematica di un modo di condurre campagne investigative dalle conseguenze potenziali devastanti nei confronti del potere costituito.

Esiste ancora una forma battagliera di giornalismo investigativo? I pochi coraggiosi rimasti sono equiparabili a supereroi moderni (la domanda gioca, per inciso, sul fatto che Vanderbilt ha firmato la sceneggiatura di “The Amazing Spider-Man”)? In qualche modo sì, ha detto il regista: chi ha il coraggio di svolgere il proprio lavoro con onestà, facendo domande e cercando la verità – questi i due cardini tematici del film – può essere paragonato a un supereroe. Ma ciò che è interessante, ha ancora notato, è l’evoluzione a cui si sta assistendo proprio ora in ambito giornalistico, con l’avvento aggressivo di internet e lo spostamento dei contenuti informativi su mezzi più anarchici e dispersivi, come possono essere i blog e i diversi siti di divulgazione.

“Truth” non si presenta come un pamphlet anti-Bush, ma come una reale e drammatica vicenda umana

A essere rappresentati non sono in ultima istanza né sconfitti né colpevoli: “Truth” gioca molto sul concetto di verità, non fornisce una versione onnisciente e conclusiva dei fatti, lascia uno spazio aperto a dubbi; e proprio questo, ha voluto rimarcare il regista, è ciò che un film dovrebbe fare. Ciò che ha tentato è stato un ritratto complesso e profondamente umano dei personaggi coinvolti nella storia: di qui anche l’importanza da attribuire alle scene di quotidianità familiare, ai rapporti intimi, con tutto il carico di sfoghi individuali e turbamenti che questi recano con sé.

Immancabile la domanda sulla politica rivolta ai produttori: si tenta per caso di mettere in cattiva luce Bush e i repubblicani in prospettiva elettorale, anche e soprattutto considerando che il fratello minore dell’ex presidente, Jeb Bush, è candidato alle presidenziali? La risposta dei produttori, ribadita poi dallo stesso Vanderbilt, è stata decisamente negativa: non si tratta di dare un messaggio politico, non è questo il punto del film. Si tratta di una vicenda reale che ha fornito spunto per una drammatizzazione cinematografica: se si parla di Bush è perché il suo ruolo nella vicenda è stato fondamentale dal punto di vista cronachistico. Ma “Truth” non vuole essere un film di propaganda anti-repubblicana, bensì un ritratto dello stato dell’arte del giornalismo investigativo e la rappresentazione di una straordinaria vicenda umana.

Marco Donati

 

 

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