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Triage – Recensione

Colin Farrell nei panni di un fotoreporter inviato in Kurdistan durante la guerra dei curdi con l’Iran

Regia: Danis Tanovic – Cast: Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives, Branko Djuric, Ian McElhinney, Sandra Ni Bhroin, Gail Fitzpatrick, Eileen Walsh, Juliet Stevenson, Reece Ritchie, Nick Dunning, Myia Elliott – Genere: Drammatico, colore, 96 minuti – Produzione: Spagna, Irlanda, Spagna, 2009 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 27 novembre 2009.

triage“Triage” è un pugno allo stomaco. Pur essendo una pellicola sulla guerra, che tratta nello specifico di fotografi presenti nei conflitti, temi ampiamente sfruttati dalla cinematografia fin dai suoi albori, il punto di vista che viene offerto allo spettatore per osservare la vicenda è inconsueto.

Mark, il personaggio interpretato da Colin Farrell, è un fotoreporter da sempre inviato in zone calde, assieme al suo collega e amico di sempre David. Nel 1988 i due vengono inviati in Kurdistan, nel mezzo del conflitto tra i curdi, gli sconfitti di sempre, e l’Iran. Al suo ritorno a Dublino Mark è profondamente provato nel corpo, nella mente, nello spirito, nonostante abbia realizzato un reportage eccezionale, e non sa dare notizie alla moglie di David, che è prossima a dare alle luce un bambino, sulla sorte del marito.

Il film narra il cammino di un uomo che deve affrontare gli spettri che la propria anima ha assorbito in tanti anni di lavoro tra i conflitti, attraverso il mondo. Spettri con i quali non ha mai fatto i conti, spiriti che ha fatto finta non esistessero, che pian piano hanno minato il suo essere. Con l’aiuto della moglie, una brava Paz Vega, e del nonno di quest’ultima, interpretato da uno strepitoso Christopher Lee, intraprende un cammino interiore che lo porterà a chiarire quel che è successo in Kurdistan a lui e a David.

La vicenda personale di Mark rimane comunque un forte impulso alla riflessione sull’assurdità di ogni guerra e sul come ciascuno di noi, a seconda delle circostanze in cui si viene a trovare, può fare cose delle quali non si sarebbe mai ritenuto capace.

Farrell dà al suo personaggio uno spessore ed una profondità che umanizzano l’intera narrazione. La visione del suo corpo scarno e provato lo pone molto lontano dall’immagine di sex simbol bello e dannato che siamo abituati a vedere. Il premio Oscar Danis Tanovic, che ha scritto e diretto “Triage” ha realizzato una pellicola dolorosa che lascia un segno forte nello spettatore.

Maria Grazia Bosu

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