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Tower Heist – Colpo ad alto livello – Recensione

La crisi economica colpisce anche il cinema trasformando degli “uomini ordinari in ladri straordinari”

(Tower Heist) Regia: Brett Ratner – Cast: Ben Stiller, Matthew Broderick, Casey Affleck, Judd Hirsch, Eddie Murphy, Téa Leoni, Gabourey Sidibe, Michael Peña, Alan Alda – Genere: Commedia, colore, 104 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 25 novembre 2011.

tower-heist-colpo-ad-alto-livelloIl cinema nacque come media che rifletteva lo status della società moderna. Come può allora Hollywood esimersi, nel ventunesimo secolo, dall’usare questo mezzo per riflettere la crisi finanziaria globale?

I toni con cui “Tower Heist” tratta del male economico che affligge la società moderna sono comici, ma non troppo.

Josh Kovacs (Ben Stiller) dirige uno degli edifici più lussuosi della Grande Mela, Tower Heist, e da più di dieci anni serve fedelmente gli inquilini che vivono all’interno dei sontuosi appartamenti con vista sullo skyline dell’Upper West Side. In particolar modo lega con il proprietario dell’attico Arthur Shaw (Alan Alda), che si rivelerà poi essere un truffatore di Wall Street che, nonostante fosse già a conoscenza del fallimento della sua azienda, decide di investire comunque i fondi pensionistici del povero Kovacs e dello staff dell’intera Torre. Questo scatena immediatamente una lotta di stampo “Robinhoodiana” tra lo stratega finanziario in declino e l’entourage di lavoratori onesti.

“Tower Heist” con uno sguardo comico, ma al contempo critico, analizza l’impatto della crisi finanziaria sulla società americana, rievocando uno scenario di lotta di classe e di rivalsa dei lavoratori onesti verso i truffatori incolpati (implicitamente ed esplicitamente) di aver gettato tutto il sistema economico americano in preda alla decadenza finanziaria.

Eva Carducci

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