Eco Del Cinema

Ti ricordi di me? – Recensione

“Ti ricordi di me?” Un’esilarante commedia sentimentale dai toni favolistici

Regia: Rolando Ravello – Cast: Edoardo Leo, Ambra Angiolini, Paolo Calabresi, Susy Laude, Pia Engleberth – Genere: Commedia, colore, 91 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Data di uscita: 3 aprile 2014.

tiricordidimeTratto dallo spettacolo teatrale omonimo di Massimiliano Bruno, portato in tournée dagli stessi Ambra Angiolini ed Edoardo Leo, “Ti ricordi di me?” è una divertente favola sentimentale in chiave moderna.

Beatrice (Ambra Angiolini) è una svampita maestra elementare afflitta da narcolessia ed amnesia, che reagisce perdendo la memoria di fronte ad improvvisi shock emotivi. Roberto (Edoardo Leo), cleptomane, è un incompreso scrittore di favole surreali dai titoli improbabili come “Alice nel paese dei terremotati” e “ Mille e una notte a Rebibbia”. Dal primo incontro sotto il portone della psicoterapeuta che li ha in cura, inizierà un buffo corteggiamento fatto di fughe, rincorse e patologie riaffioranti, con un finale non scontato che concederà loro la possibilità di amarsi e guarire.

Nonostante il tono sia volutamente favolistico fin dall’incipit (con battuta fuori campo del narratore “C’era una volta una principessa”), il film si muove sulla linea sottile della favola realistica dai tratti ironici ed esilaranti. La talentuosa Ambra centra il tema sottolineando come due personaggi speciali nel mondo della favola sarebbero considerati due emarginati nella realtà.

Il film risulta godibile per lo sguardo sentimentale ed emotivo con cui sono costruiti i personaggi e per il ritmo e le battute incalzanti, che lo segnano per metà della sua durata, utilizzando i toni romantici della commedia sentimentale, per strizzare l’occhio allo spettatore che sogna di vivere la propria favola d’amore.

“Ti ricordi di me?”, sulla scia della commedia americana “50 volte il primo bacio”, dopo film di successo come “La mossa del Pinguino”, il sorprendente “Smetto quando voglio” e “Tutta colpa di Freud”, segna un ulteriore passo nella nuova via del cinema nostrano, finalmente fuori dal suo provincialismo ed ora aperto per temi e stile ad un mercato estero, sperando che produttori e distributori vogliano cogliere questa opportunità.

Danila Belfiore

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