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This Must Be the Place – Recensione

Sorrentino alle prese con l’occasione della vita si gioca tutte le carte possibili. E rischia di strafare…

Regia: Paolo Sorrentino – Cast: Sean Penn, Judd Hirsch, Frances McDormand, David Byrne, Eve Hewson – Genere: Drammatico, colore, 118 minuti – Produzione: Italia, Francia, Irlanda, 2011 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 14 ottobre 2011.

thismustbetheplace“È proprio una bella cosa fare il regista”, deve aver pensato Paolo Sorrentino, a pochi giorni dalla conquista del premio alla regia per il “Il Divo” in quel di Cannes, quando ha ricevuto la telefonata entusiasta di Sean Penn che accettava la sua proposta di fare il protagonista del suo primo film americano. “È davvero una cosa meravigliosa”, deve poi aver aggiunto quando, dopo Penn è riuscito a coinvolgere nel suo progetto anche il premio Oscar Frances McDormand e il suo idolo giovanile, David Byrne insieme ai Talkin Heads.

“Certo – deve aver sempre pensato Sorrentino – un’occasione del genere quando mi ricapita? Non sono mica Gabriele Muccino che pur di lavorare ad Hollywood accetta i compromessi di una major accollandosi tutto il pacchetto Will Smith in versione lacrimosa… E quindi cosa faccio? Semplice, mi gioco tutte le carte possibili: prendo la storia di un ex cantante metal, depresso e claudicante così mi sfrutto Sean Penn che, nei panni del “diverso” fa sempre la sua figura, tanto più travestito da Robert Smith. Poi ci metto l’elemento del padre ebreo in fin di vita che lo costringe a viaggiare per ritrovarlo, che fa tanto “Una storia vera” di Lynch.

Nel frattempo ne approfitto per delle belle sequenze di spazi aperti on the road, tanto per sottolineare che sto girando negli States, e valorizzo tutto al massimo con la mia fotografia fighetta che mi ha portato tanta fortuna. Ci aggiungo i motel desolati, la cameriera vedova con figlio ciccione che cerca di rinnamorarsi, un nativo americano muto che fa l’autostop e dopo un po’ si fa lasciare nel mezzo del deserto, il vecchietto texano reazionario che sogna di sparare alla gente senza essere visto e perfino un consulente finanziario italo americano col capello leccato à la Sopranos.

Sarà sufficiente? Che altro posso aggiungere? Mmmh ok, ci sono! Una bella caccia al criminale nazista che 50 anni prima aveva umiliato proprio suo padre e che serve a fargli chiudere i conti col suo passato. Almeno l’ultima scena gliela faccio girare struccato. Dovessero pensare che ho usato Toni Servillo invece di Sean Penn…”.

Vassili Casula

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