Eco Del Cinema

The Transporter Legacy – Recensione

 

  • Titolo originale: The Transporter Refueled
  • Regia: Camille Delamarre
  • Cast: Ed Skrein, Ray Stevenson, Loan Chabanol, Gabriella Wright, Tatiana Pajkovic
  • Genere: Azione, 96 minuti
  • Produzione: Cina, Francia 2015
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: giovedì 24 settembre 2015

Luoghi comuni, inseguimenti al cardiopalmo e tanta azione immersi nel magnifico panorama della Costa Azzurra

The-Transporter-Legacy-foto

Inseguimenti spettacolari, lamiere incrinate e botte a colpi di Krav Maga, Kali, lotta filippina, boxe e combattimento corpo a corpo da strada, sono gli ingredienti base del nuovo capitolo di Transporter con Ed Skrein alla guida di una luccicante Audi. La celebre saga “The Transporter” questa volta ha una storia totalmente nuova, piuttosto distante dai precedenti episodi in termini narrativi.

Ed Skrein interpreta un Frank Martin quanto mai giudizioso, prudente e zelante, vestito elegantemente e dall’animo nobile che, con la sua fiammante e ipertecnologica Audi S8 Sedan accelera e derapa lasciandosi alle spalle un tremendo passato di guerra. Rifiuto del trascorso e intransigenza ferrea accomunano i due nuclei focali della storia di “The Transporter Legacy”: da una parte il distinto trasportatore, dall’altra la femme fatale Anna e le sue amiche, determinate a dare una svolta alla propria vita e ai tormenti di una prostituzione obbligata dalla povertà e dalla mafia russa.

I destini dei personaggi, grazie (o per colpa) ad Anna (Loan Chabanol), si faranno pian piano più prossimi e sfalderanno i piani meticolosamente rispettati da Frank fino a un corpo a corpo sempre più pericoloso e spettacolare, culminante in un finale dai tratti esplicitamente attingenti al western fordiano.

Atipicità e cliches in “The Transporter Legacy”: fra rimodernamento narrativo e scene d’azione comuni

Le novità, tuttavia, sembrano interessare solo il plot, ridirezionando il centro focale dall’eroe Frank Martin, al gruppo delle quattro temerarie compagne, architettatrici e forze motrici degli eventi, che renderanno Frank e suo padre dei semplici mezzi utilizzati per portare a compimento un impresa quanto mai ardita. L’affascinante location del Principato di Monaco incornicia l’azione della pellicola, con frequenti salti aerei che alternano le rocambolesche e sanguinose lotte degli interni, registrate con un montaggio a dir poco frenetico, a pacifici spazi paesaggistici visti dall’alto, volti ad attenuare la tensione.

L’effetto, la suspense, il coinvolgimento non mancano grazie agli abili espedienti della fotografia e del montaggio, funzionanti anche grazie alle buone prove degli attori. Nonostante questo la pellicola rimane incatenata da numerosi stereotipi propri del genere introiettati e digeriti dalle copiose pellicole degli action movies sempre più presenti nelle programmazioni mondiali.

Pietro Paolucci

Articoli correlati

Condividi