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The Social Network – Recensione

La nascita del social network che ha cambiato il mondo e di come questo, Facebook, abbia cambiato la vita del suo fondatore, Mark Zuckeberg

Regia: David Fincher – Cast: Jesse Eisenberg, Brenda Song, Justin Timberlake, Rooney Mara, Andrew Garfield – Genere: Commedia, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: Sony Pictures – Data di uscita: 12 novembre 2010.

the-social-network“The Social Network” racconta la creazione di Facebook, il più grande social network del pianeta, delineando la figura di Mark Zuckeberg, suo fondatore. La pellicola di Fincher ha un ritmo eccellente e un montaggio superbo, che rendono la visione particolarmente intrigante.

Zuckeberg viene descritto come un giovane indubbiamente geniale, ma poco inserito nel mondo reale, proiettato in un universo suo dove la tecnologia è il centro di ogni attenzione, a discapito dei rapporti umani, che pare quasi incapace di gestire. Per certi versi il film mostra un ragazzo meschino e vendicativo, incapace di accettare le sconfitte umane, quasi non le capisse: pare infatti che abbia rubato l’idea del social network ai gemelli Winklevoss, senza renderli partecipi del progetto, solo perché infastidito dalla loro prestanza muscolare.

David Fincher e lo sceneggiatore Aaron Sorkin, attingendo dalle diverse versioni rilasciate dai protagonisti delle vicende, hanno realizzato un affresco intenso e particolareggiato, da far invidia ad un film d’inchiesta. La locandina promozionale del film recita “non arrivi a cinquecento milioni di amici senza farti qualche nemico”, e Zuckeberg, interpretato da Jesse Eisenberg, indubbiamente di nemici se n’è fatto più d’uno. Con il diffondersi della sua creatura a livello mondiale, gli interessi economici hanno avuto il sopravvento su tutto, anche sul rapporto con l’unico amico che aveva, Eduardo Saverin, cofondatore del sito, i cui panni sono vestiti brillantemente da Andrew Garfield, il prossimo Spiderman nel film di Marc Webb.

Justin Timberlake impersona Sean Parker, il fondatore di Napster, che ha aiutato Zuckeberg ad ottenere i giusti contatti con i grandi finanziatori californiani, che hanno permesso al suo social network di espandersi oltre i confini statunitensi. La valenza della pellicola non sta tanto nel racconto di per sé delle vicende, Zuckeberg non è il primo e non sarà neppure l’ultimo ad essere citato per furto d’idee, o per non essere stato corretto con i suoi soci.

La qualità maggiore del film risiede nel mostrare come un solo uomo, con i suoi pregi e difetti, abbia ridefinito la dinamica dei rapporti sociali e il concetto di privacy. Che piaccia o meno, Facebook ha cambiato per sempre le relazioni tra le persone, ad un livello che gli altri social network non sono riusciti a fare. Zuckeberg, a prescindere da tutto e tutti, vero padre di Facebook, è il più giovane miliardario nel mondo e, a quanto si dice, anche il ragazzo più solo a mondo. L’intelligenza e la scaltrezza l’hanno reso potente, ma gli affetti, quelli veri, non si comprano al supermercato.

Maria Grazia Bosu

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