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The Next Three Days – Recensione

Fino a che punto può spingersi un uomo per la donna che ama? Paul Haggins esplora i limiti estremi dell’amore nel suo ultimo film

Regia: Paul Haggis – Cast: Russell Crowe, Elizabeth Banks, Olivia Wilde, Brian Dennehy, Rachel Deacon, Liam Neeson, Tyler Green, Toby Green – Genere: Drammatico, colore, 153 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 8 Aprile 2011.

thenextthreedaysJohn Brennan (Russell Crowe) è sposato con Lara (Elizabeth Banks). Tutto sembra scorrere tranquillo nelle loro vite finchè Lara una mattina viene arrestata e condannata per un omicidio che sostiene di non aver commesso. John si batte per tenere unita la famiglia e far crescere il loro unico figlio Luke. Quando la Corte Suprema respinge il loro ultimo appello Lara tenta il suicidio e John decide che l’unica soluzione possibile è tentare di far evadere la moglie dalla prigione. Tenterà il tutto per tutto per la donna che ama.

Così come per “La Valle di Elah” e “Crash – Contatto fisico”, anche in “Next Three Days” Paul Haggis pone alla base del film il concetto di conflitto, quale che sia la sua natura: conflitto interiore, esterno, psicologico, secondo il regista il conflitto è alla base dell’animo umano e per questo è inevitabilmente necessario che rappresenti il germoglio di una trasposizione cinematografica. I personaggi di Haggis sono sempre come pervasi da un sussulto nel momento in cui si trovano a dover scegliere, la scelta è in questo caso una questione morale, una posizione etica che l’uomo/personaggio prende nei confronti del mondo che lo circonda e che avrà inevitabilmente delle conseguenze.

Il film è strutturato molto bene, l’atmosfera da film d’azione tipicamente americano è stemperata dall’abile gioco introspettivo sui personaggi e dall’ampio respiro dato alla storia d’amore e alle dinamiche inter-familiari che compongono i momenti salienti della pellicola. Diciamo che il pensiero: “E’ proprio n’americanata!” ci sfiora la mente, ma ci abbandona velocemente quando attraverso l’obiettivo riusciamo a scorgere il fatto che Haggis ci parla d’amore, semplicemente. Un uomo che non può vivere senza sua moglie, che non accetta di vederla sfiorire giorno dopo giorno, convinto della sua innocenza, contro tutto e tutti, disposto quasi ad abbandonare temporaneamente suo figlio..

Una storia quasi inverosimile, ma decisamente d’effetto. Ancora una volta il regista dimostra una sensibilità fuori dal comune nell’affrontare un genere che sembra quasi un ibrido innovativo e ben riuscito. Il tutto è arricchito da un colonna sonora di grande maestria, come non potrebbe essere con un artista come Moby.

Nadia Fontanella

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