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The LEGO Movie – Recensione

The LEGO Movie: un tuffo nel fantastico mondo dei mattoncini LEGO, in compagnia di una vasta gamma di personaggi che faranno tornare bambini anche gli adulti

Regia: Phil Lord, Chris Miller, Chris McKay – Cast: Will Ferrell, Liam Neeson, Alison Brie, Nick Offerman, Elizabeth Banks, Morgan Freeman, Will Arnett, Chris Pratt, Jadon Sand, Channing Tatum, Jonah Hill, Cobie Smulders – Genere: Animazione, colore, 100 minuti – Produzione: USA, Australia, 2014 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 20 febbraio 2014.

thelegomovie“The LEGO Movie” ha tutte le caratteristiche della pellicola d’animazione di successo, ma anche dell’operazione di marketing vincente, in quanto riesce a promuovere i valori del brand LEGO, mescolandoli ad una trama appassionante e spassosa. Diretto dal consolidato duo Phil Lord, Chris Miller (“Piovono polpette”), con l’aggiunta di Chris McKay, il film conquista dalla prima inquadratura sia grandi che piccini perché riesce a resuscitare quel desiderio spasmodico di creare, costruire con fantasia e allo stesso tempo metodo, servendosi del magico universo LEGO.

Emmett è un omino qualunque, un operaio amante del proprio lavoro, incapace di vivere senza seguire le istruzioni e omologarsi agli altri. Stesse canzoni, stessi vestiti, stessa macchina, stessa routine: la vita di Emmett è ordinaria e uguale a tante altre fino al giorno in cui incontra la coraggiosa ed affascinante Wyldstyle e scopre di essere la chiave per la salvezza dell’universo. I due intraprenderanno un viaggio a cavallo tra diversi mondi LEGO, accompagnati da personaggi incredibili, per combattere il crudele Lord Business e la sua arma mortale: il Kragle, un semplice tubetto di colla senza tappo, pronto a bloccare i personaggi al loro piedistallo per sempre.

La trama del film è volutamente labirintica in quanto ripropone con il mezzo cinematografico la varietà dei giocattoli del noto brand, ma soprattutto la possibilità di assemblare sempre nuovi pezzi, in un continuo riciclo all’insegna dell’originalità. I registi hanno voluto da subito che la storia ricalcasse i due modi differenti di interpretare il gioco con i LEGO, suggerendone l’integrazione: seguire le istruzioni e puntare a costruzioni perfette oppure abbandonarsi alla creatività, mettendo insieme forme e personaggi nuovi. Nella trama Lord Business è il simbolo del primo approccio, ma lo declina in senso quasi maniacale, tanto da minacciare gli omini suoi sudditi di incollarli per impedire loro qualsiasi assemblaggio originale. Emmett e i suoi amici Mastri Costruttori, in grado invece di andare oltre il protocollo, rappresentano invece il lato più divertente del gioco, ossia la possibilità di inventare con i propri mezzi costruzioni mai viste prima.

Il dualismo dei protagonisti del mondo LEGO è presente poi nella storia di sottofondo, non meno importante, dell’Uomo di sopra: un padre di famiglia amante delle costruzioni che possiede in cantina una sterminata serie di scenari, quelli abitati da Emmett e compagni, ma che non permette al figlio di giocarci seguendo la fantasia. Le due storie nel finale si svolgeranno in parallelo, grazie all’intraprendenza di Emmett.

La forza di “The LEGO Movie” sta in parte proprio nel messaggio positivo lanciato al pubblico dei più piccoli: ognuno contiene in sé una scintilla in grado di differenziarlo dalla massa, di renderlo speciale e giocare con i celebri mattoncini può essere un modo per mettere alla prova queste abilità nascoste. Ingegno e fantasia convivono nell’universo LEGO e devono convivere anche nella vita di ognuno di noi.

La chiave del successo del film risiede però soprattutto nello stile visivo e nel fatto di aver voluto sperimentare una tecnica d’animazione a cavallo tra l’uso della computer grafica e lo stop-motion. I personaggi risultano molto particolareggiati, realistici, perché il team d’animazione ha preso come punto di partenza i veri giocattoli e scenari LEGO, persino con le loro imperfezioni. Circa 15 milioni di mattoncini costituiscono la base della pellicola che riesce benissimo nell’intento di rendere familiari i personaggi, i paesaggi, i mezzi di trasporto, tramite una grafica eccezionale, cinematografica, pur nella sua veridicità. Le scene più concitate, adrenaliniche, sono quelle più ritoccate, anche se persino gli elementi naturali come l’oceano o il fumo vengono ridotti a cumuli di mattoncini in movimento.

“The LEGO Movie” conquista per originalità e fantasia e si annovera nella lista di quelle pellicole d’animazione in grado di destare stupore nei piccoli così come nei grandi, grazie al giusto mix di risate, riflessione e spettacolarità.

Irene Armaro

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