Eco Del Cinema

The Iceman – Recensione

Marito amorevole, padre devoto, spietato serial killer

Regia: Ariel Vromen – Cast: Michael Shannon, Winona Ryder, James Franco, Ray Liotta, Danny A. Abeckaser, Chris Evans, David Schwimmer, Tommy Flanagan, Elias Koteas, Olga Fonda, Christa Campbell, Ryan O’Nan, Weronika Rosati, Ori Pfeffer – Genere: Drammatico, colore, 106 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Barter Multimedia – Data di uscita: 5 febbraio 2015.

theicemanUna tensione narrativa altissima e costante in questo thriller urbano, ambientato nella New York degli anni Sessanta e Settanta.

La storia di Richard Kukloinski sembrerebbe a primo acchito la classica messa in scena dell’antico stereotipo dell’uomo diviso da un perenne conflitto tra il bene e il male. E invece, “The Iceman”, in cui protagonista è uno spietato serial killer al contempo padre e marito devoto e insospettabile, ripercorre la vita di un criminale americano dai suoi inizi nella mafia, fino al suo arresto nel 1986.

 Di discendenza polacca e cresciuto sotto il polso di un padre violento, Kukloinski è freddo, sadico e possiede un’innaturale e agghiacciante capacità di restare calmo nel caos.

Non solo: ha un’abilità suprema nel tenere separati i mondi opposti in cui vive. Caratteristica che appare evidente sin dall’inizio, quando conosce Deborah, sua futura moglie, e racconta di lavorare nel campo dell’animazione, nascondendo la sua vera occupazione di doppiatore di film porno distribuiti dalla mafia.

 Dopo la perdita del lavoro, sarà assoldato come killer della mala, al servizio prima del boss mafioso Roy Demeo, poi di un altro killer, Mr Freezy , macchiandosi di tantissimi omicidi, ma continuando a condurre una tranquilla vita borghese da agente di commercio di Wall Street, con moglie e due bambine, drammaticamente all’oscuro del suo bipolarismo.

 L’inquietante dicotomia insita in Kuklinski si muove, quindi, su un binario doppio. Crudeltà e incapacità di provare emozioni, camminano al fianco di un amore protettivo e morboso nei confronti della sua famiglia, fino al drammatico momento della verità, il giorno dell’arresto.

 Nella tendenza iperprotettiva nei confronti della famiglia e nel conflitto dilaniante tra bene e male, tema centrale di tutti i film di Martin Scorsese, sembra quasi di rivedere Tony Montana di “Scarface”. Ma l’elemento distintivo è il rapporto con la ricchezza: Montana ha un desiderio egoistico di scalare la piramide del potere, Kuklinski, invece, vuole arricchirsi solo per permettere una vita agiata a sua moglie e alle sue figlie.

 Dopo l’arresto, l’uomo di ghiaccio dichiarerà di aver ucciso più di cento persone durante la sua parabola criminale, ma, seppur conscio di aver sbagliato, si dimostrerà fino all’ultimo istante incapace di pentimento. Il suo unico assillo saranno le sofferenze inflitte alla famiglia, per le quali non riuscirà mai a trovar pace.

Valentina Ruocco

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