Eco Del Cinema

The Gunman – Recensione

Un film d’azione ricco di botte e povero di pathos

Regia: Pierre Morel – Cast: Sean Penn, Idris Elba, Javier Bardem, Ray Winstone, Mark Rylance, Jasmine Trinca, Melina Matthews, Blanca Star Olivera, Deborah Rosan, Daniel Westwood, Jorge Leon Martinez, Peter Franzén, Prasanna Puwanarajah, Elia Diaz – Genere: Azione, colore, 115 minuti – Produzione: USA, Francia, Spagna, 2015 – Distribuzione: Open Road Film – Data di uscita: 7 maggio 2015.

the-gunman-2Thriller dai ritmi vertiginosi, “The Gunman” lascia poco spazio alla riflessione ottemperando con una dose massiccia e sovrabbondante di azione e botte da orbi. Sean Penn, nei panni del protagonista Jim Terrier, è un cecchino al servizio di forze speciali a protezione di non ben specificate multinazionali. Portato a termine un incarico – quello di eliminare il “Ministro delle Miniere” congolese, che stava tentando di mettere in discussione le condizioni favorevoli agli investitori occidentali – è costretto a tentare di ricostruirsi una vita in Congo. Ma il passato torna a far pressione, e il carnefice diviene vittima; messa alle strette, però, la vittima diviene nuovamente carnefice: non più per contratto, bensì per sopravvivenza.

Il film scorre veloce e la sceneggiatura non brilla certo per originalità: i dialoghi forzati ingabbiano un cast di attori potenzialmente stellare, sacrificato sull’altare della spettacolarità a tutti i costi. Poche pause nella narrazione, a tratti esageratamente frenetica. Al dramma action si aggiunge – ovviamente – quello sentimentale, con una donna contesa tra due uomini: uno al quale deve forzatamente rinunciare, l’altro che con opportunismo si prende cura di lei dopo l’abbandono; anche in questo senso non manca una risolutiva resa dei conti.

Non solo il personaggio di Sean Penn, ma anche quelli di “contorno” – con interpreti della qualità di Javier Bardem, Jasmine Trinca, Mark Rylance e Idris Elba – vengono limitati a un livello superficiale e grossolano, di pura funzionalità in relazione allo svolgimento della trama, senza particolare attenzione allo scandaglio psicologico; non che non ci sia qua e là qualche tentativo di conferire un minimo di spessore ai personaggi, ma quando questo viene portato avanti finisce per fallire miseramente, come avviene con le reazioni di Felix e Annie, ovvero Javier Bardem e Jasmine Trinca, alla ricomparsa improvvisa del protagonista: nel primo caso al limite del caricaturale, sulla base di un ostentato senso di sfida assolutamente gratuito; nel secondo caso davvero poco credibile, sul filo di una volontà di rivalsa sentimentale presto frustrata (e dimenticata) in conseguenza del rapidissimo precipitare degli eventi.

Sulla scia del lavoro compiuto con la trilogia di “Taken”, Pierre Morel offre un film d’azione dal ritmo forsennato, condito da un montaggio frenetico che non lascia quasi il tempo di prender fiato. Ma “The Gunman” si limita ad essere un buon film di genere, annichilendo alcuni aspetti secondari della narrazione che, se trattati con maggior cura e lentezza, avrebbero potuto conferire un taglio del tutto diverso – certamente più profondo ed equilibrato – sia ai personaggi che alla struttura del racconto.

Marco Donati

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