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The Equalizer – Il vendicatore – Recensione

Fuqua e Washington ancora insieme e i deboli avranno il loro giustiziere

(The Equalizer) Regia: Antoine Fuqua – Cast: Denzel Washington, Chloe Moretz, Melissa Leo, David Meunier, Haley Bennett, Vladimir Kulich – Genere: Thriller, colore, 128 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 9 ottobre 2014.

equalizer-locRobert McCall è un uomo solitario come tanti. Fa l’impiegato presso un grande magazzino del ‘fai da te’, vive solo e non ha amici. Soffrendo d’insonnia, passa le notti degustando the caldo e leggendo classici della letteratura nel diner vicino casa dove fa la conoscenza di Alina, una giovane prostituta russa con la passione del canto. Quando la ragazza finisce all’ospedale, massacrata di botte dal suo magnaccia, Robert si riapproprierà del suo passato di spietato agente segreto per vendicarla. La sua azione non passerà inosservata e Wladimr Pushkin, boss della mafia russa, gli metterà alle calcagna un feroce killer.

La giustizia fatta persona ha le sembianze di Denzel Washington, protagonista di “The Equalizer – Il vendicatore”; è quasi un supereroe invincibile che, per difendere i più deboli, brutalizza i cattivi. Con un plot avvolto attorno ad una figura così stereotipata, il film si avvicina più ad un comic movie che ad un thriller. Cogliendo in primis questo aspetto dell’ultima opera del regista Antoine Fuqua, si potrà trovare la via maestra per poterlo apprezzare.

“The Equalizer – Il vendicatore” è diviso nettamente in due parti. La prima, più riflessiva e descrittiva, ci mostra la vita solitaria e la relativa esigua rete di rapporti interpersonali di un uomo che tenta di dimenticare il suo passato. Fuqua si destreggia molto bene dietro la macchina da presa e riesce a rendere interessante questo lungo prologo con colpi di raffinata regia. Man mano che accresce la curiosità verso la vera natura di McCall, si fa largo sempre più anche un desiderio di giustizia alimentato dai soprusi subiti dalle poche conoscenze del protagonista. La seconda parte del film, più veloce e ricca d’azione, ci appaga svelandoci, attraverso le severe punizioni inflitte ai vari aguzzini, malviventi e agenti corrotti, con quale violenta e meticolosa cura, un ‘Equalizzatore’ rimetta in ordine la bilancia della giustizia.

Le due anime della pellicola si mescolano con difficoltà. Le belle ambientazioni iniziali non sono degnamente supportate dal successivo susseguirsi di scene sovraccariche di crudeltà che ci accompagnano durante la prevedibile trama conclusiva.

Giustizia è fatta, il film un po’ meno.

Riccardo Muzi

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