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The Eagle – Recensione

Roma val bene un’aquila

Regia: Kevin Macdonald – Cast: Channing Tatum, Jamie Bell, Donald Sutherland, Mark Strong, Tahar Rahim, Denis O’Hare, Douglas Henshall, Jon Campling – Genere: Drammatico, colore, 114 minuti – Produzione: USA, 2011 – Dustribuzione: Bim – Data di uscita: 16 settembre 2011.

the-eagleTratto dal romanzo di Rosemary Sutcliff, “L’Aquila della IX legione”, “The Eagle” racconta la storia di Marcus Flavius Aquila (Channing Tatum), figlio di Flavius Aquila, centurione a capo della IX legione che fu sconfitto 20 anni prima in Britannia perdendo il solenne simbolo di Roma. Marcus, congedato dall’esercito romano con onore, è determinato a recuperare l’effigie romana per riscattare il nome della sua famiglia e rivendicare l’onore del padre: per farlo si reca oltre il Vallo di Adriano accompagnato dallo schiavo Esca (Jamie Bell), nativo di quei luoghi.

Agli americani, si sa, la storia romana è sempre piaciuta: fin dagli anni ’50 con il fortunatissimo genere peplum, passando per l’ormai classico “Il Gladiatore” di Ridley Scott, le vicende di centurioni, imperatori & co. hanno suscitato un grande fascino nel pubblico statunitense. Sarà perché l’America si sente un po’ come l’Impero Romano dei giorni nostri, sarà perché le storie di guerra, onore e sudore sono il pane quotidiano del cinema made in USA, ultimamente c’è stata una vera super-abbondanza di film dedicati all’antica Roma ed in particolare alla disfatta della IX legione romana: oltre a “The Eagle”, infatti, quest’anno sullo stesso argomento è uscito nelle sale americane anche “Centurion”.

In “The Eagle” però, più che il fatto storico in sé, è il tormento interiore del protagonista ad avere il ruolo principale, così come il rapporto che si crea tra il centurione ed il suo schiavo. Voglia di riscatto, senso di colpa, confronto con una realtà diversa dalla propria: questi sono i temi affrontati nel film diretto da Kevin Macdonald. Tutti argomenti nobili, se non fosse che l’intera pellicola è soffocata da un’ostentazione forzata di questi valori, finendo per apparire quasi ottusa nella sua sincopata ricerca di onore e gloria. Il film diventa quindi una sorta di western travestito da film storico, con il rapporto tra i due protagonisti che diventa sempre più ambiguo ad ogni occhiata intensa che si scambiano.

Il regista Kevin Macdonald, forte della sua esperienza di documentarista, si impegna al massimo per valorizzare gli splendidi paesaggi scozzesi in cui il film è ambientato e ci regala delle immagini suggestive, anche grazie ad una bella fotografia, ma la sceneggiatura esile non lo aiuta, così come il cast: Channing Tatum e Jamie Bell hanno la stessa espressione per tutto il tempo, Donald Sutherland – ormai onnipresente nel cinema americano sempre nel ruolo del vecchio saggio – dà il minimo sindacale, così come i bravi Mark Strong e Tahar Rahim, penalizzati forse dalle poche scene a disposizione.

Nonostante la buona confezione ed un cast che sulla carta avrebbe dovuto fare scintille, “The Eagle” non decolla, rimanendo sempre affossato dal peso di questa aquila d’oro, simbolo di onore e gloria, sotto cui finisce per essere schiacciato.

Valentina Ariete

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