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The Bay – Recensione

Il ritorno del regista Barry Levinson in un film a metà tra l’horror e la denuncia ambientale

Regia: Barry Levinson – Cast: Nansi Aluka, Christopher Denham, Steven Kunken, Frank Deal, Kether Donohue, Kristin Connolly, Will Rogers, Michael Beasley, Lauren Cohn, John Harrington Bland, Sean Johnson, Truman Brothers, James Patrick Freetly, Kenny Alfonso, Beckett Clayton-Luce, Wyatt Hays – Genere: Fantascienza, colore, 84 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: M2 Pictures – Data di uscita: 6 giugno 2013.

thebayChesapeake Bay è una piccola città di mare che vive grazie all’abbondanza di acqua. Due ricercatori biologici francesi scoprono però che quell’acqua è in realtà molto tossica per cui decidono di avvertire il sindaco che mantiene invece segreta la notizia. Il popolo di Chesapeake Bay viene così infettato da parassiti che prendono lentamente possesso, prima del loro corpo, e poi delle loro menti.

Il regista premio Oscar per “Rain Man” Barry Levinson torna sul grande schermo dopo quattro anni con un eco horror in cui la storia viene narrata seguendo il sistema del found footage (lanciato dall’indimenticabile “The Blair Witch Project”) che contribuisce, grazie all’uso di testimonianze video dei sopravvissuti, a regalare alla vicenda sempre più tensione e turbamento. In un ridente cittadina nel Maryland, mentre tutti si preparano a festeggiare il 4 luglio, qualcosa sconvolge la comunità e quel qualcosa proviene proprio dalla maggiore fonte di vita di una città costruita su una baia, ovvero l’acqua.

Lo sconvolgimento crescente dei cittadini, affetti dapprima da purulente irritazioni seguite da stati deliranti e immancabili scene di parti del corpo squarciate con sangue in abbondanza, non trova però il riscontro sperato nelle autorità che ignorano e sottovalutano le richieste di aiuto della popolazione intenzionate a oscurare la vicenda per interessi economici.

Di scoperte di virus pestilenziali che si diffondo a velocità lampo la storia del cinema è di certo, piena ma Levinson dà un tocco maggiore all’aspetto orrifico, inserendo un punto di vista che negli ultimi tempi ha sempre più presa sullo spettatore, ovvero la minaccia ambientale. In periodi in cui gli scienziati non fanno che lanciare grida di allarme visti i tassi record di inquinamento, sebbene questo horror non brilli per genialità e fantasia, la palpitante tensione si insinua dentro il pubblico che, sicuramente, dopo la visione non correrà a tuffarsi, felice e spensierato, in mare. Il tutto è maggiormente inquietante e disturbante se si pensa che i parassiti della storia esistono per davvero e Levinson si è avvicinato al progetto per realizzare un documentario sulla suddetta baia di Chesapeake, il cui 40% consiste in zone marine morte.

Sconsigliato naturalmente oltre che ai deboli di stomaco a chi ha intenzione di godersi una grigliata di pesce dopo una serata al cinema, “The Bay” è un horror di denuncia che turba più che per le immagini, girate con sapiente abilità, per la sua riflessione di fondo.

Miriam Reale

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