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Tata Matilda e il grande botto – Recensione

La Tata Matilda torna con nuove avventure, al servizio di una nuova famiglia con tanti bambini da educare e far divertire

(Nanny Mcphee and the Big Bang) Regia: Susanna White – Cast: Emma Thompson, Maggie Gyllenhaal, Rhys Ifans, Maggie Smith, Asa Butterfield, Lil Woods, Oscar Steer, Eros Vlahos, Rosie Taylor-Ritson, Daniel Mays, Bill Bailey, Nonso Anozie, Sam Kelly, Katy Brand, Ralph Fiennes – Genere: Commedia, colore, 109 minuti – Produzione: Gran Bretagna, Francia, 2010 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 4 giugno 2010.

tata-matilda-e-il-grande-bottoEcco un altro capitolo della famosa tata, “Tata Matilda e il grande botto”, con una Emma Thompson attrice e sceneggiatrice, che ha saputo portare sul grande schermo, assieme alla regista Susanna White, un episodio totalmente nuovo, che tiene però fede a tutte quelle caratteristiche del personaggio che hanno decretato negli anni il successo della magica educatrice nel mondo dell’infanzia.

La famosa tata, protagonista di tanti libri per bambini, stavolta agisce in un contesto storico non ben definito, ma comunque diverso rispetto alla prima produzione, dal quale traspare un’ambientazione vicina agli anni ’40, per l’abbigliamento, gli arredi, e per la guerra, che sovrasta tutto e tutti, ricordando da vicino la Seconda Guerra Mondiale. In verità, ciò che vogliono i realizzatori è riprodurre una realtà ricca di valori e situazioni universali, dove gli spettatori si possano riconoscere con facilità.

La famiglia che tata Matilda deve assistere vede una mamma sola perché il marito è in guerra, due figli preoccupati, e altri due bimbi, i cuginetti che vengono dalla città, anche loro con un po’ di problemi. Non manca il cattivone di turno, lo zio Phil. In un susseguirsi di situazioni dove i bambini pian piano maturano e dimostrano grande forza di carattere, grazie anche ai poteri del magico bastone della Tata, il divertimento è assicurato.

Da ricordare la storica frase con cui la tata Matilda si presenta alla signora Green: “Ora le spiegherò come lavoro. Quando avrà bisogno di me, ma non mi vorrà… io resterò. Quando mi vorrà, ma non avrà più bisogno di me… io me ne andrò”. Sarà triste vederla andar via, ma la malinconia durerà poco, grazie a una sorpresa finale.

Il film sarà sicuramente amato dai più piccini, ma piacerà anche a tutti quegli adulti che sentendosi un po’ bambini dentro, non avranno difficoltà ad immedesimarsi nelle loro peripezie. Degna di nota la macchina creata dal padre dei piccoli ad uso e diletto dei maialini della fattoria, segno tangibile nella narrazione della presenza paterna.

Maria Grazia Bosu

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