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Suite francese – Recensione

Una storia sulla forza dell’amore e sulla tragedia della guerra

(Suite Française) Regia: Saul Dibb – Cast: Michelle Williams, Kristin Scott Thomas, Matthias Schoenaerts, Sam Riley, Ruth Wilson – Genere: Drammatico, colore, 107 minuti – Produzione: Gran Bretagna, Francia, Canada, 2015 – Distribuzione: Videa – CDE – Data di uscita: 12 marzo 2015.

Suite-FranceseFrancia, 1940. Lucile Angellier nell’attesa di ricevere notizie del marito prigioniero di guerra, vive un’esistenza soffocante insieme alla suocera, donna dispotica e meschina.
Basato sul best-seller di Irene Nemirovsky e ambientato durante l’occupazione tedesca della Francia nel 1940, “Suite Francese” racconta la storia di Lucille Angellier mentre attende notizie dal marito, un prigioniero di guerra. La vita di Lucile viene stravolta quando i parigini in fuga si rifugiano nella cittadina dove vive e la città viene invasa dai soldati tedeschi che occupano le loro case. Inizialmente la donna ignora la presenza di Bruno, un raffinato ufficiale tedesco che è stato dislocato nella loro abitazione. Ma dopo un’iniziale indifferenza, Lucile “si risveglia” e inizia a esplorare sentimenti sepolti che la porteranno inevitabilmente verso il soldato.

“Suite francese” vanta un cast di brillanti attori come Michelle Williams e Kristen Scott Thomas. Una moglie emotivamente in conflitto e una matrona dispotica e meschina; due personaggi complessi ma interpretati splendidamente. Le due protagoniste si trasformano: inizialmente Lucille è un donna remissiva, sottomessa e soffocata dalle prepotenze della suocera. La storia d’amore è per Lucile uno stimolo che la porta ad essere libera, la rende attiva spronandola a fare qualsiasi cosa, anche la più pericolosa. Madame Angellier, interpretata dalla Scott Thomas, è apparentemente molto rigida e severa, ma la sua cupezza non è altro che un modo per celare una sua sofferenza recondita: il figlio disperso in guerra. Sarà l’amore materno che porterà la donna a trasgredire i suoi principi, rischiando la vita per proteggere persone un tempo disprezzate che l’occupazione tedesca ha reso vicine.

Altrettanto ottime le interpretazioni degli uomini del film, un superbo Matthias Schoenaerts, nella parte di Bruno, l’ufficiale tedesco dislocato nell’abitazione delle due donne. È tutt’altro che un soldato, cresciuto in una famiglia di militari, nel profondo è un’artista. Il suo comporre musica incanta fin dal primo giorno Lucille. La musica, l’elemento principale, su cui ruota tutto il film, è veramente il suo cuore e la sua anima. Purtroppo c’è la guerra e non può evitare di eseguire gli ordini. Ma il suo personaggio è sicuramente uno dei più profondi, che fa riflettere decisamente di più sull’uomo in guerra, su come gli ideali di un paese possano forviare la morale di una persona.
Infine c’è Sam Riley che interpreta Benoit Labarie, un contadino zoppo che non è stato chiamato al fronte ed è obbligato, suo malgrado, ha restare a Bussy e a sottostare agli abusi di potere dei soldati tedeschi. Il suo personaggio non interpreta che la personificazione della resistenza che ci può essere in un paese sottomesso e umiliato.

La musica in “Suite Francese” gioca un ruolo importantissimo. Lo stesso titolo non è altro che la composizione musicale scritta dall’ufficiale Bruno. Il resto della colonna sonora è costituito da brani del periodo e da un lavoro originale di Rael Jones.
La pellicola è minuziosa e impeccabile, molto più di una semplice storia d’amore.

Federica Fausto

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