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Step Up 3D – Recensione

L’ex ballerino Jon Chu dirige il terzo episodio della pellicola a passo di danza “Step up 3D”

Regia: Jon Chu – Cast: Rick Malambri, Sharni Vinson, Christopher Scott, Ally Maki, Adam G. Sevani – Genere: Commedia, colore, 107 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 8 ottobre 2010.

step-up-3dIn un’epoca in cui i film sulla danza vengono prodotti con crescente assiduità, è necessario trovare un escamotage per motivare le persone ad andare al cinema, e sorbirsi l’ennesima storia di un gruppo di ragazzi poveri e sfortunati che, con la sola forza di volontà ( e un pizzico di fortuna), riescono a sbancare il lunario e a mandare in soffitta i migliori ballerini in circolazione. Dunque cosa c’è di meglio della ricerca di coreografie sempre più frenetiche e azzardate? La realizzazione in 3D.

Sulla strada del successo dei primi due episodi, “Step up 3D” narra la vicenda di un gruppo di ballerini eterogenei legati tutti da un’unica passione: la danza e il non avere una famiglia che li appoggi. Tra i vecchi amici ritroviamo il fantastico ballerino Muso con la sua amica Camille, entrambi cresciuti e in cerca di una strada da seguire più concreta della danza. È al college che Muso incontra Luke, capo della banda dei “Pirati”, e la bella e misteriosa Natalie. Viene subito coinvolto nel progetto della “World Jam” la più famosa competizione di ballo con premio di 500 mila dollari; soldi di cui hanno bisogno per non perdere la loro tana: l’unico posto che hanno per vivere e ballare.

Lo sfondo di tutto è cambiato: dai piccoli e familiari sobborghi di Baltimora, i protagonisti vengono catapultati nella cosmopolita e scintillante New York e il salto di qualità si vede; ma in questo modo la competizione è ancora più dura. Il messaggio del film è fin troppo chiaro: credi sempre in te stesso. Poi se nella trama sono presenti legami di amicizia fraterna, una storia d’amore complicata e dubbi nei confronti del futuro tanto meglio, ma non è abbastanza per scivolare fuori dalla routine che il genere impone. Il punto forte del film infatti non è la sceneggiatura, ma la coreografia dei balli.

Il regista, ed ex-ballerino, Jon Chu e la squadra di coreografi di fama mondiale Sims, Ruffin, Scott, e soprattutto i fratelli Talauega sono stati in grado di mettere insieme un corpo di ballo veramente eccezionale, capaci di coinvolgere e lasciare senza fiato lo spettatore. I giochi di luci e acqua che accompagnano ogni pezzo, seguiti dal direttore della fotografia Ken Seng già pratico di molti video musicali, al ritmo della travolgente colonna sonora composta da pezzi di Flo Rida David Guetta ed Estelle, si sposano perfettamente alla nuova tecnologia 3D, dove i ballerini saltano letteralmente fuori dallo schermo, in braccio allo spettatore. Un film da vedere se piace il genere, ma in vista di un quarto episodio bisognerà davvero inventarsi qualcosa di nuovo.

Federica Palma

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