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Spring Breakers – Una vacanza da sballo – Recensione

Harmony Korine porta in vacanza il white trash americano

(Spring Breakers) Regia: Harmony Korine – Cast: Selena Gomez, James Franco, Vanessa Hudgens, Rachel Korine, Heather Morris, Ashley Lendzion, Adrian Jaworski – Genere: Commedia, colore, 92 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Bim – Data di uscita: 7 marzo 2013.

springbreakersStrano oggetto cinematografico questo “Spring Breakers” dell’ex enfant prodige Harmony Korine, cantore dei freaks disadattati della suburbia stelle e striscie, prima in veste di sceneggiatore dell’epocale “Kids” di Larry Clark, poi regista indie, tra gli altri di “Gummo” e “JulienDonkey Boy”.

Levatevi dalla testa che si tratti del solito film americano porcellon-vacanziero né tanto meno una rivisitazione del genere “chicks with guns”, come la locandina, sottotitolo e il soggetto potrebbe far pensare.

Spring Breakers racconta di 4 liceali della provincia americana che come molte coetanee vorrebbero andarsi a fare lo spring break (vacanza pasquale studentesca che tradizionalmente viene fatta in posti di mare festaioli) libere da ogni controllo e inibizione. Mancando dei necessari finanziamenti rapinano una tavola calda e con il contante volano verso la Florida. Qua finiscono in carcere dopo uno dei tanti festini selvaggi e sarà un rapper locale a pagargli la cauzione finendo poi per convincerle a seguirlo nel suo mondo criminale.

Aldilà delle immagini al limite della fluorescenza, spesso in slow motion, di ragazzi e ragazze mezzi nude che giorno e notte ballano sulla spiaggia, si sbronzano (come solo gli adolescenti americani riescono a fare), si drogano e si accoppiano, aldilà degli scontri tra gang locali, mitragliette in pugno e pioggie di banconote a mo di coriandoli, Korine prosegue con tratto allucinato e ipercromatico nella sua rappresentazione del disfacimento del sogno americano, attraverso gli occhi e i pensieri degli adolescenti (e non poco dissacrante il fatto che due ragazze su quattro vengano dal perbenista mondo Disney).

I personaggi di Korine, si muovono in un mondo pressoché privo di adulti, in cui l’autorità è un’entità vaga che non provoca alcuna remora nei loro comportamenti, e sembrano respirare e vivere solo in funzione dello stordimento, in una costante ricerca dell’eccesso quasi fosse l’unico antidoto ad un’esistenza altrimenti totalmente priva di riferimenti sociali e familiari.

L’importante, e le costanti voci fuori campo dei protagonisti lo ripetono quasi fosse un mantra, è fare soldi, stare sballati: Spring Break for ever!,continuano aripetersi. Dialoghi e sequenze grottesche (“Everytime” di Britney Spears suonata al pianoforte, al tramonto, dal gigionissimo James “Alien” Franco mentre le sue conigliette gangster con passamontagna rosa accarezzano kalashnikov con voluttà è una scena che non si dimenticherà facilmente) non strappano però mai il sorriso, quasi che il messaggio di Korine, neanche troppo celatamente moralista, ci suonasse come una condanna irrevocabile della nostra società.

Vassili Casula

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