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Sister – Recensione

“Sister” ha ricevuto un’accoglienza trionfale al Festival di Berlino 2012, vincendo l’Orso d’Argento e consacrando la regista Ursula Meier come uno dei maggiori talenti del cinema europeo di oggi

(L’enfant d’en haut) Regia: Ursula Meier – Cast: Léa Seydoux, Kacey Mottet Klein, Gillian Anderson – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Francia, Svizzera, 2011 – Distribuzione: Teodora Film – Data di uscita: 11 maggio 2012.

sisterDopo “Midnight in Paris”, la bellissima Léa Seydoux interpreta Louise, la sorella maggiore di Simon, un orfano di dodici anni, che si mantiene derubando i ricchi turisti di una stazione sciistica sulle Alpi e vendendo la refurtiva ai coetanei. Con quello che guadagna mantiene la sorella, giovane e affascinante, sbandata e con diversi amanti. Ma il rapporto tra Louise e Simon nasconde uno strano segreto…

L’opera della Meier, ci offre un quadro abbastanza realistico del rapporto tra ricchezza e povertà, in una dimensione ‘verticale’: da un lato, in alto (da qui il titolo originario ‘L’enfant d’en haut’), il lusso della stazione frequentata da ricchi turisti e dall’altro lato, in basso, i grigi quartieri industriali della pianura, con i loro palazzi di case popolari.

La funivia frequentata da Simon, che collega i due mondi, è il centro pulsante di questo film, ma il ritmo del racconto è davvero troppo basso, in tipico stile fratelli Dardenne, e nonostante l’ottima interpretazione dei due protagonisti, con relativo colpo di scena, non è un film che resterà negli annali del cinema.

Il denaro viene visto come un’ossessione da Simon, che vive sempre nella paura che gli manchi qualcosa e placa quest’ansia con la sua attività frenetica, credendo che tutto questo possa avvicinarlo a Louise, ma in realtà finisce per allontanarla da sé. Da questo punto di vista, il film offre un interessante spunto, sia psicologico che sociale, anche perché pone lo sguardo su un mondo, quello dei lavoratori stagionali, fin qui mai affrontato, ma un consiglio spassionato è quello di bere un buon caffè prima della visione.

Salvatore Cusimano

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