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Sin City 3D – Una donna per cui uccidere – Recensione

A nove anni da “Sin City”, un nuovo e godibile viaggio nei vicoli della Sodoma dei fumetti

(Sin City: A Dame to Die For) Regia: Robert Rodriguez – Cast: Rosario Dawson, Mickey Rourke, Bruce Willis, Eva Green, Jessica Alba, Jaime King, Josh Brolin, Michael Madsen, Clive Owen, Jamie Chung, Joseph Gordon-Levitt, Julia Garner, Juno Temple, Ray Liotta, Jeremy Piven, Christopher Meloni, Dennis Haysbert, Crystal McCahill – Genere: Azione, Poliziesco, Thriller, Fantasy, colore, b/n, 102 minuti – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 02 ottobre 2014.

sincity2Sempre più spesso le pellicole distribuite nelle sale sono il frutto della trasposizione sul grande schermo di romanzi, opere teatrali o graphic novel di successo. Altrettanto spesso però le versioni cinematografiche di testi letterari finiscono per deludere non solo le aspettative del pubblico, ma anche quelle degli autori delle storie originarie da cui il film nasce. L’antidoto alla delusione proposto da Robert Rodriguez e dal fumettista, sceneggiatore e regista Frank Miller è molto semplice: limitarsi ad essere il più fedeli possibile allo spirito del testo originario. Questo modus operandi, già perfettamente esemplificato in “Sin City”, prima pellicola tratta dalla saga di fumetti firmati da Miller stesso, è ancora più evidente in “Sin City 3D – Una donna per cui uccidere”.

Sin da quel lontano 2005, il regista di “Machete” ha cercato di dare vita ai disegni nati dalla penna di Miller. Con questa seconda pellicola, grazie ad un uso più consapevole del green screen e soprattutto grazie all’utilizzo del 3D, questo traguardo viene raggiunto egregiamente. Questa tecnica così poco apprezzata da gran parte dei cinefili, perché percepita come fonte di distrazione da ciò che avviene sullo schermo, è in questo caso ciò che fa la differenza. Grazie all’uso combinato del 3D, con cui viene esaltato il contrasto dei chiaro scuri e l’uso del colore, tipici della graphic novel originale, e grazie alla recitazione degli attori, in parte in ‘voice-over’, il mondo di carta ed inchiostro si trasforma in una ‘realtà’ filmica, dominata dal vizio e dalla corruzione.

A livello puramente estetico, questa seconda pellicola rappresenta un indubbio passo avanti rispetto al film del 2005, mentre a livello narrativo non introduce novità di rilievo, tranne una maggiore attenzione ai personaggi femminili. Se in “Sin City”, fatta eccezione per la prostituta-amazzone Gail e per Miho, le donne descritte da Miller e Rodriguez erano delle ninfette fasciate in vestiti sexy, bisognose di essere salvate o vendicate dall’eroe di turno, in questo secondo capitolo sono proprio loro le vere protagoniste; più di tutte “la donna per cui uccidere”, Ava Lord, interpretata da una magnifica Eva Green, che catalizza l’attenzione totale del pubblico. Come una rediviva Barbara Stanwyck, Eva Green si cala alla perfezione nei panni dell’ammaliatrice, apparentemente fragile e proprio per questo letale. Al fianco della talentuosa attrice francese, le interpretazioni migliori sono date da Josh Brolin, il tormentato Dwight MacCarthy, e da Mickey Rourke ancora una volta interprete di Marv.

Mirta Barisi

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