Eco Del Cinema

Senza arte né parte – Recensione

Il nuovo film di Giovanni Albanese tenta una conciliazione tra il mondo operaio e quello artistico, seguendo le disavventure di tre simpatici amici licenziati e… riassunti con mansioni diverse!

Regia: Giovanni Albanese – Cast: Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Donatella Finocchiaro – Genere: Commedia, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 6 maggio 2011.

senzanearteneparteSiamo in Salento. Enzo Gesumunno (Vincenzo Salemme), Carmine Bandiera (Giuseppe Battiston) e Bandula sono tre operai che lavorano in un pastificio, improvvisamente vengono licenziati a causa di alcuni cambiamenti all’interno della fabbrica. Enzo è sposato con Aurora (Donatella Finocchiaro), che viene assunta in seguito come esperta di lingue per gli affari esteri e farà sì che i tre vengano riassunti in qualche modo. L’occasione arriva quando il proprietario della fabbrica, Tammaro, decide di investire nel campo dell’arte ed avrà bisogno di tre maldestri guardiani che controllino giorno e notte i suoi tesori. Ma l’arte è per pochi, si sa…

Interessante l’idea di un cortocircuito tra due mondi diametralmente opposti, da un lato i problemi reali di un mondo operaio, di tre uomini sulla soglia dei 40 che non riescono a gestire i problemi familiari senza un lavoro, dall’altro il mondo fantastico e incomprensibile dell’arte contemporanea, con i suoi assunti concettuali ed i suoi mercanti arroganti e superbi.

Troppo poco spesso si sente parlare di arte, nel cinema, non a caso il regista, Giovanni Albanese, è anche un noto artista oltre che professore di Decorazione all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Il background personale fa capolino nella scelte delle opere raccontate attraverso l’obiettivo, da Lucio Fontana a Manzoni, passando attraverso Pascali e Pistoletto, sono molti i nomi del panorama contemporaneo che saltano fuori, davvero molto apprezzata la scelta, si spera non causale, di utilizzare tutte opere italiane. Senza nulla togliere al panorama internazionale è gradito ogni tanto un piano sequenza sulle vicende nostrane tanto amate all’estero, poco conosciute dagli italiani.

È quasi commovente il rapporto dei personaggi con queste opere, vige un grande rispetto nonostante l’ilarità suscitata dalla semplice riproducibilità ‘artigianale’ delle stesse, motivo che condurrà i protagonisti al tentato misfatto.

Abbiamo qui a che fare con una sorta di commedia sociale, sono diversi i temi affrontati da Albanese, spicca ovviamente la condizione di precarietà che affligge i tempi moderni e obbliga i malcapitati a riciclarsi in qualche modo. Il film è strutturato abbastanza bene, alcune vicende sono esilaranti, altre un po’ fiacche sembrano a tratto allungare il brodo, ad ogni modo il cast è buono ed emergono le figure di Salemme, Battiston e della Finocchiaro. Impossibile non affezionarsi ai personaggi, studiati molto bene e perfettamente contestualizzati in una regionecome la Puglia.

Meravigliosi gli scorci paesaggistici, il film è stato girato tra Lecce, Otranto, Palmarigi ed infine Roma, la veduta del Gianicolo chiude le ultime sequenze, così come le ultime parole di Albanese: “Quella veduta del Gianicolo vale per me molto di più di qualsiasi opera d’arte”.

Nadia Fontanella

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