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Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio – Recensione

Un condominio di Piazza Vittorio e le sue diatribe come simbolo dell’inconciliabilità tra persone diverse che cercano di sopraffarsi senza ascoltarsi

Regia: Isotta Toso – Cast: Kasia Smutniak, Daniele Liotti, Serra Yilmaz, Marco Rossetti, Kesia Elwin, Ahmed Hafiene, Isa Danieli, Milena Vukotich, Luigi Diberti, Roberto Citran – Genere: Drammatico, colore, 95 minuti – Produzione: Italia, 2009 – Distribuzione: Bolero Film – Data di uscita: 14 maggio 2010.

Scontro-di-Civilta-per-un-Ascensore-a-Piazza-VittorioLo scontro…che sia fra civiltà, opinioni, sentimenti, razze, ha da sempre una matrice comune: la mancanza di dialogo e riflessione su ciò che ci circonda. Potrebbe sembrare una considerazione buonista e fin troppo politicamente corretta, se non fosse che tutt’ora, nonostante le frontiere abbiano da tempo smesso di essere un limite fisico (ma ancora non mentale!), la comunicazione è un terreno invalicabile, persino se si parla la stessa lingua.

Nel suo film d’esordio Isotta Toso, parte dall’idea che è proprio all’interno di uno spazio chiuso, come un condominio, che si consuma quello “scontro di civiltà”, in cui le differenze e i malintesi emergono in maniera prepotente nel vivere quotidiano. É attraverso la mescolanza fra i personaggi dello stabile (cinesi, rifugiati politici, latini, ma anche uomini del “sud”, precari, vecchi e delinquenti) che si assiste a quella enorme discrepanza che c’è fra le persone.

A far da cornice uno dei quartieri più multietnici di Roma, quello di Piazza Vittorio, teatro di una splendida iniziativa, che ha visto abbattere “muri” anche di carattere musicale, con l’istituzione dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Fuori il chiasso della metropoli, dentro il rimbombo delle solitudini, che lottano affinché il loro “territorio” non venga invaso. L’ascensore del condominio è al centro delle continue discussioni, come una sorta di vessillo di supremazia.

Tratto dall’omonimo romanzo di Amara Lakhous edito da E/O, il film perde l’originale impianto narrativo del giallo (le varie versioni dei personaggi riguardo l’omicidio di Lorenzo Manfredini detto il Gladiatore), approfondendo, invece, le relazioni fra i personaggi che diventano inseparabili come nel caso del fenomeno del confinamento dei quark, dove nessuno può stare isolato dal resto e, a fronte di ciò, i protagonisti istituiscono un fronte comune nei confronti di uno dei condomini accusato dell’omicidio.

Il film poggia sulla solidità di molti bravi attori, ma si perde negli stereotipi delle riflessioni sulla vita, troppo prolisse e alcune volte forzate.

Serena Guidoni

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