Eco Del Cinema

Rumore bianco – Recensione

La storia del fiume Tagliamento e di coloro che ne hanno popolato le sponde nel tempo, affrontata con sguardo lucido, realistico, senza sovrapposizioni stilistiche eccessive

Regia: Alberto Fasulo – Genere: Documentario, colore, 90 minuti – Produzione: Italia, Svizzera, 2008 – Distribuzione: Tucker Film – Data di uscita: 6 marzo 2009.

rumorebiancoIl fiume come protagonista di un racconto che indaga nel vissuto del suo corso, nella memoria che ne conserva e nella quotidianità di chi lo solca. Alberto Fasulo in “Rumore Bianco”, ci accompagna nel tragitto del Tagliamento, il “Re dei fiumi alpini”, in un percorso che incontra e si scontra con le persone che della “cultura del fiume” ne hanno dettato leggi, lavoro e tradizioni.

Ci lasciamo cullare da paesaggi incontaminati, alla scoperta di chi quei paesaggi li vive e ne subisce i cambiamenti: dalla vecchina, eremita da trent’anni, dagli adolescenti che si tuffano, dai ricercatori svizzeri che studiano la rarissima fauna, o ancora dai militari, i bonificatori di bombe, i tecnici della diga, tutti “proprietari” del letto del fiume. La ricerca documentaristica non cede il passo al cinema d’inchiesta, ma alla “fotografia” di una realtà, senza snaturare la spontaneità delle persone in cui si imbatte, con orpelli tecnici tipici di un ricercato estetismo cinematografico.

È questa la forza del film, ovvero il non cedere a ovvi regionalismi o elementi folkloristici; la macchina da presa si pone nei confronti dei protagonisti del suo racconto con schiettezza e naturalezza. I suoni del fiume che scorre non sono cornice o didascalia, ma vera e propria colonna sonora che accompagna lo spettatore in una dimensione delle volte onirica, delle volte psichedelica.

Il rumore dell’acqua è la voce narrante che sottolinea questo ritratto di vita sociale lungo le rive di un luogo segnato storicamente da guerre, conflitti e migrazioni. Alle immagini del presente si associano filmati di repertorio che ritraggono un Tagliamento che probabilmente non esiste più: ponti distrutti nella Grande Guerra, cadaveri che giacciono sul suo greto, piene disastrose.

Le problematiche ambientali, come abusi edilizi o demolizioni di edifici costruiti sopra parti del letto del fiume (anche se a regime di siccità), non vengono trascurate, ma non diventano motivo di denuncia. Un contributo fondamentale, infatti, alla realizzazione del film, oltre al prodigo lavoro della casa di produzione Faber Film e di quella di distribuzione Tucker Film, è la collaborazione del Protocollo d’Intesa Rumore Bianco, formato dai quaranta comuni rivieraschi che vivono sul fiume, che hanno permesso al regista di non vedere il progetto sommerso da procedure legali e burocratiche.

Se l’intento del documentario è quello di cogliere la realtà, senza strumentalizzarla, Alberto Fasulo ha il merito di aver mostrato e non ritratto, di aver raccontato e non narrato.

Serena Guidoni

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