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Rompicapo a New York – Recensione

Dopo 12 anni tornano i protagonisti de “L’appartamento spagnolo”, coinvolti in nuovi intrecci ma con lo spirito di sempre

Regia: Cédric Klapisch – Cast: Romain Duris, Audrey Tautou, Cécile De France, Kelly Reilly, Sandrine Holt – Genere: Commedia, colore, 118 minuti – Produzione: Francia, USA, Belgio, 2013 – Distribuzione: Academy2 – Data d’uscita: 12 giugno 2014.

rompicapoSono passati 12 anni dalla convivenza nell’appartamento di Barcellona e, questa volta, per diverse ragioni, Xavier, Wendy, Martine e Isabelle si ritrovano a New York, sulla soglia dei 40 anni ma sempre con problemi da risolvere.

Cédric Klapisch conclude la sua trilogia, iniziata con “L’appartamento spagnolo”, proseguita con “Bambole russe” e arrivata ora alla fine, scegliendo come ultima meta New York.

Xavier, il giovane protagonista dei film precedenti, è ora cresciuto ma non si è ancora ‘sistemato’ stabilmente. Sposato con Wendy e poi separato, decide di andare a vivere a New York, dove si è trasferita la sua ex moglie, per stare vicino ai due figli. È diventato uno scrittore abbastanza affermato ed è alle prese con il suo secondo romanzo. A New York si trova anche Isabelle, la sua amica lesbica, che vive con la sua ragazza e che, desiderosa di diventare madre, chiede a Xavier di darle ‘una mano’. Ritroviamo anche Martine, l’ex ragazza di Xavier, che con i suoi due figli vive a Parigi ma che si trova a New York per lavoro. Ecco che quindi Xavier continua ad essere circondato dalle sue donne. La sua vita non è per nulla semplice, anzi somiglia molto più a un rompicapo, e proprio questo è il soggetto del suo romanzo.

Klapisch sceglie New York come meta finale di quel viaggio iniziato a Barcellona nel 2002. La generazione degli Erasmus non ha ancora smesso di viaggiare, non ha ancora trovato il posto giusto dove stabilirsi. Sarà forse l’America? Così sembra. Xavier si trova ad affrontare la vita da padre single e divorziato, oltre ai problemi burocratici che non gli permettono di vivere a New York senza un particolare visto.

Come nei film precedenti, è la voce dello stesso protagonista che ci guida nel corso della vicenda: la sua voce fuoricampo spiega allo spettatore cosa sta accadendo e perché. Viviamo la storia con gli occhi di Xavier, tanto da trovarci spesso coinvolti nei suoi pensieri, che prendono forma sullo schermo come se fossero reali.

I temi che il regista affronta nel terzo capitolo sono molto lontani da quelli del film del 2002: i personaggi sono cresciuti, sono ormai degli adulti, hanno perso l’innocenza e la spensieratezza di un tempo e si ritrovano ad affrontare i problemi seri della vita reale, come il matrimonio o l’essere un buon genitore. Klapisch va poi oltre, servendosi delle avventure dei protagonisti per presentare un piccolo spaccato della società moderna: il divorzio, le coppie omossessuali, il tradimento, la questione della maternità per le coppie dello stesso sesso, quella dell’immigrazione e le difficoltà per gli stranieri di ambientarsi in una città frenetica e particolare come New York.

Le vicende dei personaggi vengono raccontate con leggerezza e freschezza, scorrendo fluidamente e regalando allo spettatore momenti particolarmente comici. Non troviamo più il continuo uso dello split screen che aveva caratterizzato il primo film della trilogia di Klapisch, ma questa volta il regista decide di costruire la storia sfruttando numerosi flashback, raccontati in prima persona dalla voce di Xavier, senza però correre il rischio di confondere lo spettatore con questi continui salti nel tempo.

Klapisch regala al pubblico un film frizzante, riunendo e riportando sullo schermo un gruppo di amici che già 12 anni fa era riuscito a conquistare il pubblico con le loro avventure e la loro ironia.

Tutto quindi sembra cambiato dai tempi di quell’appartamento a Barcellona, ma forse non è realmente così: lo spirito di quei giovani ambiziosi e con tanta voglia di viaggiare è ancora vivo, quel fuoco che li animava non si è spento del tutto e questo forse ci fa pensare che il viaggio di Xavier e delle due amiche potrebbe non concludersi qui. Magari tra qualche anno, sulla soglia dei 50 anni, i quattro protagonisti avranno ancora qualcosa da raccontare e qualche nuova meta da scoprire.

Margherita Mustari

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