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Recensione: “Women Talking”: il diritto di rifiutare un sistema brutale che causa dolore e sofferenza

Adattamento per il grande schermo del romanzo, dal titolo omonimo, “Donne che parlano”, scritto da Miriam Toews e pubblicato nel 2018, “Women Talking”, per la versione italiana anche conosciuto come “Women Talking – Il diritto di scegliere”, è scritto e diretto da Sarah Polley e interpretato da un cast quasi interamente femminile e dove spiccano alcuni dei più grandi nomi del cinema internazionale. “Women Talking” è un profondo dramma corale ed è liberamente tratto da fatti realmente avvenuti, nella colonia Manitoba, in Bolivia, nel 2011.

Indice

“Women Talking” – Tutte le informazioni

Trama

Women Talking - locandina

Undici donne appartenenti a una colonia mennonita, nel 2010, comprendono e ammettono di essere da anni vittime di abusi e maltrattamenti da parte degli uomini che vivono con loro nella colonia: mariti, fratelli e padri vengono arrestati e una cauzione viene fissata per farli uscire. Rimaste sole le donne hanno poche ore per capire cosa fare, se gli uomini dovessero tornare la loro sicurezza sarebbe messa a dura prova, e la certezza che gli abusi non continuino è del tutto assente. Le donne, dopo un’attenta valutazione, si dividono così in chi vuole rimanere e combattere e chi vuole andarsene, con un numero non indifferente di donne che vorrebbero perdonare gli uomini. Le 11 donne a cui spetta la decisione finale si scontrano, ricordano e tentano di dimenticare, tra una feroce protezione delle proprie figlie che potrebbero diventare vittime e la paura che un giorno saranno i loro figli a compiere questi atti brutali. Forse l’unica soluzione è veramente quella di andarsene, ma idee, pensieri e dubbi cambiano continuamente e andar via per le donne significa abbandonare tutto ciò che hanno sempre conosciuto, essere sole per la prima volta in un mondo ignoto, non essendo mai uscite da quella colonia dove sono in realtà imprigionate.

Crediti

  • Regia: Sarah Polley
  • Cast: Frances McDormand, Jessie Buckley, Rooney Mara, Claire Foy, Judith Ivey, Sheila McCarthy, Ben Whishaw
  • Genere: drammatico
  • Durata: 104 minuti
  • Produzione: USA, 2022
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Data d’uscita: 8 marzo 2023

Le candidature all’Oscar 2023

“Women Talking” è stato candidato a 2 premi Oscar, tra cui la nomination come miglior film, la più importante degli Academy Awards, aggiudicandosi quella come miglior sceneggiatura a Sarah Polley, anche regista. Accolto positivamente dalla critica, con ampio consenso di pubblico e presentato in anteprima al Telluride Film Festival “Women Talking” è stato candidato a numerosi altri riconoscimenti, come gli Indipendent Spirit Awards, i Satellite Award, 2 Golden Globe e 6 Critics’ Choice Awards, vincendo quest’ultimo come miglior sceneggiatura insieme a un Writers Guild of America Awards nella stessa categoria.

La recensione

Un mondo brutale che non lascia spazio al perdono

Women Talking

“Women Talking” è un film di crudo realismo, magistralmente interpretato da un cast di donne, con la presenza di uno straordinario Ben Whishaw, simbolo di un sistema e di una mascolinità che ha la speranza un giorno di poter cambiare ed essere diversa. Ma anche lui è figlio di un nucleo familiare scomunicato, caratterizzazione che racconta senza specificare un errore che, nella colonia di “Women Talking” è una benedizione, e allontana da un sistema estremamente brutale. Abusi, maltrattamenti e soprusi raccontati, mai esplicitati o messi in scena, ma chiari e violenti nei ricordi e nelle parole di un cast capace di rendere un film quasi interamente dialogato tanto convincente quanto privo di quel rischio didascalico che spesso contraddistingue pellicole del genere. Le donne del film parlano, discutono, si scontrano, ricordano e, nell’assurdità del mondo che hanno sempre conosciuto, prendono in esame la possibilità del perdono.

Non è l’amore a rendere l’idea di restare nella colonia e dimenticare un’opportunità da considerare, ma è forse più una paura di prendere una decisione inaspettata, dall’esterno ovvia unica chance, ma nel contesto della vita della colonia, desiderio ideale che non sarebbe mai diventato una vera scelta. La paura dell’ignoto, un microcosmo che non ha mai varcato i confini di quelle terre, ricominciare e riprendere in mano una vita segnata e la volontà di crescere dei figli diversi, proteggendoli, senza scendere a patti con quella stessa crudeltà che ha provocato solo dolore e sofferenza. “Women Talking”, riesce a narrare e descrivere tutto questo, attraverso scene incisive e prive di dialogo nei rari momenti in cui sono gli uomini i protagonisti dello schermo, e in una cornice fatta di aggressività e sopraffazione, in netto contrasto con la controllata moderazione che porta le donne a scegliere.

“Women Talking” e quei diritti imprenscindibili

Women Talking

Come espone il titolo nella versione italiana: “Women Talking – Il diritto di scegliere”, è forse questo che le protagoniste del film devono davvero decidere e cioè di avere il diritto di scegliere cosa fare, come sopravvivere, o meglio, come iniziare a vivere. Il film di Sarah Polley è anche la lampante e terribile naturalezza di un mondo strutturato secondo un ordinamento disumano, violento, ma considerato normale, ciò che è sempre stato. Ogni donna è la rappresentazione di una diversa visione di fronte a un qualcosa che solo negli anni è diventato condannabile, imperdonabile e da perseguire. Si passa così da chi dimentica e perdona a chi cerca vendetta, da chi tenta di vedere ancora tracce di umanità in quegli uomini padri dei propri figli e chi sa di voler solo andare via e allontanarsi da quella terra alla quale non può più dire di appartenere.

“Women Talking” è un film che si segue con grande attenzione e che deve alla recitazione e del dialogo la sua eccezionale riuscita, oltre a rappresentare una dura verità fin troppo recente. Interessante anche il fattore dell’età che affronta il film di Sarah Polley: quando una persona di sesso maschile che ha sempre visto abusi e maltrattamenti compiersi nella propria comunità, può comprendere che si tratta di un sistema sbagliato, brutale e assurdo? “Women Talking” non dà una risposta certa a questa domanda, perché non esiste alcuna sicurezza, ecco che, per le donne della storia, si presenta un ulteriore problema, come portare via dalla loro casa quegli adolescenti costretti ad abbandonare la propria famiglia e forse già vittime di quell’ambiente e un giorno possibili carnefici a loro volta. Convincere, obbligare o dover abbandonare. Le decisioni delle 11 donne portano con sé scelte di vita, dove convivono diritti, doveri, ricordi angoscianti, e un senso di disperazione e solitudine con cui convivere, lontano da chi ha causato quei continui tormenti.

“Women Talking”: Giudizio e conclusione

“Women Talking” è un film preciso e incisivo, intriso di scene graffianti che arrivano dritte al cuore, che raccontano un intero contesto e tutte le conseguenze che ne possono derivare. Dialoghi chiari, che non spiegano mai, ma raccontano e rivelano, dicendo sempre molto di più delle prime parole che vengono pronunciate. Frasi, monologhi e battute da ascoltare, che presentano eventi accaduti negli anni e perpetrati nel tempo. Un’ottima pellicola da non perdere e un’ulteriore grande prova di recitazione.

Trailer

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