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Recensione “The Equalizer 3 – Senza tregua”: Washington sa come servire la solita zuppa

In sala dal 30 agosto, “The Equalizer 3 – Senza tregua” è il terzo – e ultimo ? – capitolo del franchise diretto da Antoine Fuqua e nobilitato da Denzel Washington nella parte del protagonista. In definitiva la solita zuppa, ma Washington sa come servirla.

Indice

The Equalizer 3-Senza tregua – tutte le informazioni

Trama

Robert McCall (Denzel Washington) è un agente segreto in quiescenza il quale dopo deplorevoli azioni compiute per conto del governo ha deciso di redimersi combattendo per difendere i deboli e gli oppressi. Quando sembra aver trovato pace nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo della malavita locale. A questo punto McCall sa cosa deve fare: diventare il protettore dei suoi amici affrontando la camorra.

The Equalizer 3 – Senza tregua” costituisce il terzo capitolo di una trilogia diretta da Antoine Fuqua con protagonista sempre Denzel Washington e comprendente inoltre “The Equalizer – Il vendicatore” (2014) e “The Equalizer 2 – Senza perdono” (2018).

Crediti

  • Regia: Antoine Fuqua
  • Cast: Denzel Washington, Dakota Fanning, Eugenio Mastrandrea, David Denman, Gaia Scodellaro, Remo Girone, Andrea Scarduzio, Bruno Bilotta, Andrea Dodero, Salvatore Ruocco, Daniele Perrone, Zakaria Hamza, Dea Lanzaro, Alessandro Pess, Niccolò Fava, Adolfo Margiotta, Niccolò Senni, Giampiero Rotoli, Isabella Delle Monache, Daniele Ornatelli, Luigi Catani, Giovanni Trombetta, Giovanni Scotti, Marta Zoffoli, Marco Giuliani, Simona Distefano, Mauro Cremonini, Arcangelo Iannace, Beatrice Aiello, Agostino Chiummariello, Lucia Zotti, Melissa Leo
  • Genere: Azione, Thriller
  • Durata: 109 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Casa di produzione: Columbia Pictures, Escape Artists, Mundy Lane Entertainment, Fuqua Films, Eagle Pictures
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Data di uscita: mercoledi 30 agosto 2023

Recensione

Degno erede dei due che lo hanno preceduto, “The Equalizer 3” non dice tanto di più sull’abilità inequivocabile di Denzel Washington – pur non essendo, diciamo, l’action hero più tipico – di condurre entusiasticamente a finale un action movie. Washington si trova, a ben guardare, palesemente a suo agio a fare Robert McCall, ex marine divenuto in seguito agente segreto che in preda a dissidi interiori decide di cercare la redenzione difendendo i deboli e gli oppressi. La bravura nel manifestare il contrasto interno al suo personaggio, sia nei suoi momenti di estrema tranquillità che in quelli di sconfinato furore, si dimostra realmente straordinaria, tanto da essere lecito definire McCall uno dei ruoli più icastici della sua carriera.

Con un’ambientazione tutta italiana, in sé la pellicola non si distanzia evidentemente troppo dal solito conformismo da cinematografia d’azione: sparatorie, violenza – seppur in tono più riservato rispetto alle altre puntate – e brutalità creativa la fanno da padrone, talmente da soddisfare in particolare gli amanti del genere. E per quanto la scrittura sia leggermente imprecisa, ad un certo punto ci si rende conto che gli inciampi narratologici contano molto meno dell’ascendente che l’attore centrale è in grado di esercitare sul pubblico.

La storia viene raccontata in maniera abbastanza ligia, potendosi inoltre seguire con facilità senza bisogno di aver visto i capitoli prima. Una durata tollerabile ed un ritmo incostante ma a conti fatti non apatico fanno sì che si possa ritenere “The Equalizer 3” un divertimento schietto e senza pretese, illuminato da una “stella” che nonostante il tempo sa brillare ancora di luce propria.

Giudizio e conclusione

The Equalizer 3 – Senza tregua” è un film vivace e scoppiettante, che sebbene narrativamente irregolare sa intrattenere a dovere soprattutto grazie alla prestazione vertiginosa della sua inossidabile “stella”.

Note di regia

Conosco diverse organizzazioni criminali e ciò che mi ha colpito particolarmente di questa è che, in generale, i suoi membri sono estremamente giovani. Per questo motivo, e anche perché abusano di droghe, sono particolarmente aggressivi e non rispettano alcun codice di comportamento. Anche gli altri mafiosi in Italia li vedono come dei barbari

Il migliore amico di McCall è stato assassinato e la sua squadra lo ha tradito, e prima ancora ha perso la moglie, quindi è solo e tormentato. Si sente vecchio e aspira a trovare un posto nel mondo lontano dalla violenza. Le circostanze lo costringono a sporcarsi le mani di sangue ancora una volta ma qualcosa è cambiato. Questa volta gli scoppi di brutalità sono meno stilizzati, più asciutti e realistici. E più terrificanti

Kurosawa ha sempre realizzato film che mettono in discussione il comportamento umano e la morale dominante, e che mettono in relazione la violenza con l’onore, la dignità e il coraggio. Per me è la cosa più vicina a Shakespeare che il cinema abbia, e prenderlo come modello è qualcosa che non posso evitare

Sono cresciuto in un quartiere difficile e sono il maggiore di sei fratelli, quindi ho dovuto prendermi cura di tutti. Odio le persone che abusano del loro potere e non mi interessa da che parte della legge stiano. Mia nonna era una donna di colore in un Paese e in un’epoca particolarmente razzista, e non si è mai lasciata intimidire da nessuno. Quando vedeva dei tipi pericolosi e violenti aggirarsi per la nostra strada, prendeva un manico di scopa, usciva, li sgridava e li cacciava via senza esitazione. Era una donna forte e mi ha insegnato molto

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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