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Recensione “The Devil on Trial – Processo al diavolo”: beato chi ci crede

Prendendo spunto da un fatto di cronaca avvenuto negli anni Ottanta negli Stati Uniti, il regista Chris Holt sceneggia e dirige una storia di possessione demoniaca che nonostante i suoi sforzi risulta molto difficile da credere.

Indice

The Devil on Trial-Processo al diavolo – tutte le informazioni

Trama

Attraverso ricostruzioni e video amatoriali questo cupo documentario indaga su un ragazzino apparentemente posseduto e sul brutale omicidio che ne è scaturito. Guarda tutto ciò che vuoi. Il quattro volte candidato ai BAFTA Chris Holt (“The Hillside Strangler”) dirige quest’agghiacciante storia true crime.

Recensione “The Devil on Trial – Processo al diavolo”: beato chi ci crede

Crediti

  • Tit. orig.: The Devil on Trial
  • Regia: Chris Holt
  • Sceneggiatura: Chris Holt
  • Cast: Arne Cheyenne Johnson, Foster Hamilton, Susannah Spearin, Adam Hunt, Kathy Rupcic
  • Genere: Documentario
  • Durata: 81 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, 2023
  • Casa di produzione: Dorothy Street Pictures
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: lunedi 16 ottobre 2023

Recensione

Nel 1981 vi fu un omicidio nel Connecticut: il giovane Arne Johnson ammazzò il suo padrone di casa. Durante il processo il colpevole si rivolse alla corte e disse “è il diavolo che me lo ha fatto fare”, così la difesa cercò di far attribuire il crimine appunto all’influsso malefico di Satana. Questa cupa storia di possessione viene raccontata in modo spurio e crudamente diretto attraverso un resoconto che si sforza di essere il più verosimile possibile, e che coinvolge anche la presunta indemoniazione di un ragazzino, con annesso esorcismo condotto dai sedicenti cacciatori di fantasmi e demonologi Ed e Lorraine Warren (si veda la celebre vicenda della casa infestata di Amityville).

L’attendibilità o meno della storia non spetta certo a noi stabilirla. Ciò non toglie che mentre i titoli di testa insistono sul fatto che tutte le registrazioni audio e le fotografie utilizzate sono reali, il documentario di Chris Holt sembra essere meno interessato all’ obiettività rappresentativa nonché all’integrità del resoconto, rispetto invece a un più facile sensazionalismo oltre al senso di sbigottimento che una verità eccezionalmente supposta potrebbe far scaturire nei confronti dello spettatore più credulone.

Le immagini fuoriescono talmente post-prodotte e i file audio così scarsamente limpidi che entrambi finiscono per costituire delle testimonianze – sebbene opportunisticamente drammatizzate dagli autori con temi musicali e sonori – poco credibili e implausibili al punto da poter difficilmente sperare di coinvolgere. L’approccio di “The Devil on Trial – Processo al diavolo” agli accadimenti si consideri insomma onorevolmente schietto e anche un pizzico intrigante, ma rimane comunque un approccio abbastanza unidimensionale che avrebbe richiesto forse uno sforzo supplettivo in termini di indagazione, coesione narrativa e rigore documentario.

Giudizio conclusivo

Non spetta a noi giudicare l’attendibilità o meno degli eventi riprodotti in “The Devil on Trial – Processo al diavolo“, tuttavia il documentario di Holt risulta scarno, sconnesso e manierato al punto che difficilmente riuscirà a farci credere che ciò a cui assistiamo sullo schermo sia vero.

Note di regia

Ogni anno centinaia di esorcisti vengono formati nella Città del Vaticano e ci sono centinaia di esorcisti in America. [La Chiesa cattolica] crede che queste cose esistano: credono nell’esistenza del male e nell’esistenza della possessione demoniaca. Il problema è che dà alla chiesa una pessima pubblicità, quindi a loro piace indagare sulla questione il più approfonditamente possibile: percorreranno ogni singola strada.

[Nel documentario], Alan descrive il cardinale tutto vestito di rosso, che arriva a casa con una Porsche rossa – [un cardinale] è quasi in alto quanto loro, hanno inviato i pezzi grossi per scoprire cosa stava succedendo quella casa. Ed era una specie di zona grigia tra un esorcismo totale e quella che chiamano liberazione. È un sistema di preghiere sull’argomento… il sacerdote sta recitando [la preghiera] intesa a scacciare il demone. È una preghiera latina usata da secoli.

Arne si è preoccupato incredibilmente per David: ha detto che era diventato blu e stava soffocando. Fu a quel punto che Arne afferrò David e presumibilmente disse: ‘Lascia stare il ragazzo. Avanti, prendimi, portami.” Ciò che [presumibilmente] accadde dopo fu una cosa chiamata trasmigrazione in cui l’entità malvagia può lasciare la persona posseduta ed entrare in un numero qualsiasi di persone coinvolte nell’esorcismo. Potrebbe essere il prete, potrebbe essere un membro della famiglia. È semplicemente chiunque decida davvero di attaccarsi. E poiché Arne aveva sfidato il demone, la scelta fu per Arne. Presumibilmente. Come lo descrive Arne, Alan Bono era sempre più ubriaco, e diventava sempre più rumoroso, e Arne era davvero a disagio nel stare con lui, così decisero di andarsene e, mentre scendevano le scale, Alan Bono afferrò la sorella di Arne e non la lasciò andare. Il modo in cui Arne lo descrive è che ha perso i sensi e quando è tornato in sé, era in piedi sopra Alan Bono con un coltello e lo aveva ucciso. Non ricorda affatto l’accoltellamento. È Debbie che in un certo senso racconta la storia dell’accoltellamento e dice che quella notte Arne è successo qualcosa. I suoi occhi sono diventati neri ed è entrato in questa sorta di rabbia

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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